La stella di Salvini brilla sempre, ma è parecchio offuscata. È in discesa. Il fallito comizio a Mondragone e i sondaggi elettorali non promettono nulla di buono. Il segretario della Lega si lamentava molto per il blocco dei comizi e delle manifestazioni politiche, causato dai divieti del governo Conte due per impedire la diffusione del Coronavirus.
Il Capitano, come lo chiamano i militanti leghisti, usa fortemente Internet, si lancia nelle interviste a televisioni e giornali, ma considera fondamentale il rapporto diretto con gli elettori nelle piazze. Così si è rituffato nella mischia appena è scattata la “fase 2”, con la ripresa delle attività politiche, sociali ed economiche.
Si è precipitato a Mondragone, in provincia di Caserta, dove è scoppiato un focolaio di Covid-19 e alcuni palazzi abitati in prevalenza da braccianti agricoli provenienti dalla Bulgaria sono stati dichiarati “zona rossa” e isolati. Nei giorni scorsi si erano verificati momenti di tensione tra i lavoratori immigrati e alcuni cittadini italiani di Mondragone che accusavano i braccianti bulgari di essere degli “untori”.
Salvini lunedì 29 giugno è andato a Mondragone ma non è riuscito a tenere il programmato comizio. I manifestanti dei centri sociali lo hanno accolto con grida e urla: «Sciacallo!», «Buffone!». Hanno protestato accusandolo di speculare sulla vicenda. Sono scoppiati degli scontri. La polizia ha effettuato delle cariche di alleggerimento. L’ex ministro dell’Interno ha cominciato a parlare ma è stato interrotto dalle grida. Gli è piovuta addosso anche dell’acqua. Non ha potuto continuare e alla fine ha desistito. Ha definito «delinquenti», «teppisti» e «cretini» i manifestanti dei centri sociali. Ha promesso di tornare per portare la sua solidarietà verso «le famiglie che in questo paese devono stare chiuse in casa prigioniere della criminalità».
Non far parlare qualcuno è una grave ferita alla democrazia, però la dichiarazione di Salvini è strana: in genere sono gli immigrati a restare chiusi in casa a Mondragone in quarantena e gli imprenditori agricoli italiani farebbero carte false per farli uscire per farli lavorare nei campi. Sono lavoratori sfruttati. Dei “caporali” li fanno lavorare anche a poco più di un euro l’ora.
Di errori Salvini, come lui stesso ha ammesso, ne ha commessi tanti. Sono lontani i tempi straordinari del Papeete. Salvini quasi un anno fa dallo stabilimento balneare romagnolo, tra un tuffo e l’altro, staccò la spina al governo Conte uno, quello dell’alleanza grillo-leghista. Allora era sulla cresta dell’onda: dettava la linea dell’esecutivo populista dal ministero dell’Interno e i consensi verso la Lega si gonfiavano. Reclamava le elezioni politiche anticipate, ma non le ottenne, a settembre nacque un nuovo esecutivo M5S-Pd, il Conte due.
Da qualche mese si è appannata la stella vincente del Capitano, i sondaggi elettorali degli ultimi mesi lo danno in calo. L’ultima rilevazione di Swg per il Tg La7 dà il Carroccio sempre come il più forte partito italiano ma con il 26% dei voti, in netta discesa rispetto al trionfale 34% conquistato nelle europee del 2019 e ai sondaggi dello scorso anno che gli assegnavano perfino uno stratosferico 38%. Non solo. Fratelli d’Italia, partito alleato e concorrente a destra, sta andando a gonfie vele. Il sondaggio Swg gli assegna oltre il 14% dei voti rispetto ad appena il 6% delle elezioni europee. Giorgia Meloni sta catturando i voti di protesta persi da Salvini.