Berlusconi e Salvini uniti ma sempre più distanti. Berlusconi, Salvini e Meloni marciano uniti verso le elezioni regionali di settembre. Il centro-destra scende unito in piazza a Roma contro il governo Conte due, ma Berlusconi e Salvini sono alleati sempre più distanti.
Il presidente di Forza Italia insiste su un centro-destra liberale, cattolico, europeista, occidentale. Il segretario del Carroccio guida una Lega populista, sovranista, duramente critica dell’Unione europea. Il Cavaliere teorizza una opposizione responsabile al governo giallo-rosso e non esclude una maggioranza diversa («andrebbe verificata» anche con i due alleati); l’ex ministro dell’Interno attacca invece «il governo delle poltrone» e reclama sempre le elezioni politiche anticipate. Berlusconi apre le porte all’utilizzo dei fondi europei del Mes (Meccanismo europeo di stabilità) mentre Salvini lo considera un inaccettabile commissariamento dell’Italia.
La divaricazione è forte perfino sul cruciale accordo raggiunto da Giuseppe Conte sul Fondo europeo per la ripresa, il Recovery Fund. Per il leader di Forza Italia il presidente del Consiglio ha ottenuto «un compromesso positivo» mentre per il segretario leghista è «una resa mani e piedi senza condizioni». Berlusconi è sempre più autonomo dall’alleato Salvini. All’ex presidente del Consiglio non conviene la linea di rottura del Capitano, proiettata a ogni costo verso il voto anticipato. Forza Italia è riuscita ad evitare l’annessione della Lega, ma nei sondaggi elettorali veleggia attorno a un poco entusiasmante 7% dei voti mentre il Carroccio, sia pure in calo, oscilla attorno al 23%. Di qui la necessità per il fondatore del Pdl, un tempo al 38%, di evitare le urne anticipate.
Conte può rischiare uno “scivolone” al Senato, nel quale conta su una maggioranza ristretta di voti. Ma il Cavaliere può salvarlo. Berlusconi potrebbe sfilarsi e votare la fiducia anche a un governo con una maggioranza diversa? Salvini ha sostenuto di non crederci: «Mi fido totalmente di Silvio Berlusconi».