«Posso salire…? Per il contatore Acea!». Io e mia moglie Laura incontriamo un giovane operaio dell’Acea mentre entriamo nel portone di casa, il portiere ha fornito il mio nominativo.
Rispondo incredulo: «Non aspettiamo nessuno! Non abbiamo ricevuto alcun avviso! Come mai? In passato li abbiamo sempre avuti…». La risposta dell’operaio è scioccante: «Non è la prima persona che me lo dice…Gli avvisi per il cambio dei contatori vengono emessi ma non sempre vengono recapitati. Se l’addetto alla consegna ha finito il turno finisce lì, non sono pagati gli straordinari e quindi…». Quindi «cosa?». Candidamente scandisce: «Niente avvisi!». Mi faccio forza: «Salga tra cinque minuti».
Sono sbalordito per il disservizio, ma alla fine mi ritengo perfino fortunato: è piena estate ma siamo a casa, ancora non siamo partiti per le vacanze così possiamo avere un nuovo contatore Acea per la lettura elettronica della corrente elettrica. Poi mi viene un dubbio. Quando apro la porta di casa all’operaio domando: «Ma perché cambiate il contatore? Circa quattro anni fa un suo collega l’ha già cambiato. Mi disse che era un contatore elettronico, ma poi non ha mai funzionato. Mi sembra che in seguito me ne abbiano messo anche un altro. Ma ha fatto di nuovo cilecca. Così sono venuti dei suoi colleghi per effettuare le solite letture manuali!». La risposta conferma la triste realtà: «Sì, non funzionano! Non si possono leggere i consumi in automatico. Così installiamo questo nuovo contatore». Commento con un sospiro di sollievo: «Bene, così i consumi della luce si conosceranno in modo automatico!».
Il volto del giovane operaio si apre a uno strano sorriso che non promette niente di buono: «Questo contatore che installo è un aggiornamento di quello vecchio…La campagna per quello nuovo partirà da settembre». La mia voce s’incrina per il nervosismo. Sbotto: «Allora perché non avete installato direttamente il nuovo contatore?». Alza gli occhi al cielo: «Non dipende la me, le decisioni vengono dall’alto…!».
Ha ragione, queste scelte non dipendono dai lavoratori ma dai vertici dell’Acea, l’azienda del comune di Roma per l’acqua, l’elettricità e, da qualche tempo, anche per l’erogazione del gas.
Il caos contatori (e non solo) è un male antico. Per circa un anno non mi arrivarono i bollettini della corrente, la “bolletta fantasma” era introvabile. Tempestai l’azienda di telefonate per segnalare il problema ma con risultati nulli. Mi risposero semplicemente che tanti utenti erano nella mia stessa situazione. Volevo evitare il rischio del taglio della luce e dell’arrivo di un pesante conguaglio. Alla fine giunse la “bolletta fantasma” con un saldo cospicuo. Mi decisi a passare alla concorrenza, per luce e gas mi rivolsi all’Eni.
L’Acea, prima evanescente, divenne improvvisamente onnipresente con me: fui bersagliato da telefonate a dall’arrivo di ragazzi dell’azienda del Campidoglio con offerte, a loro dire, sbalorditive. Non so come, ma incautamente mi lasciai convincere!
Virginia Raggi è proprietaria di circa il 51% dell’Acea, in quanto sindaca di Roma. Il resto delle azioni è posseduto da fondi d’investimento privati, tra essi ha un ruolo importante Francesco Gaetano Caltagirone. L’anno scorso l’azienda a maggioranza pubblica fece partire una massiccia campagna pubblicitaria su giornali, tv, radio, Internet e cartelloni nelle strade. Il “porta a porta” faceva parte di questo pacchetto. Il motto era: «Acea con Noi». Nel 2019 l’azienda capitolina assicurava: «Più luce, più gas, più te». Il binomio era: efficienza e prezzi bassi al servizio dell’utente. Non parlava dell’acqua solo perché era ed è distribuita in monopolio dall’Acea.
L’obiettivo era di passare da 1,3 milioni di clienti a 1,7 milioni. Non so se il traguardo l’abbia raggiunto, ma io incautamente sono tornato ad essere un suo utente e sono tornato a combattere con il caos contatori. Forse con il prossimo contatore finalmente godrò, come mi garantiscono da tempo, della lettura automatica da remoto. Forse…