La tenacia titanica fa rinascere TUTTI quarant’anni dopo. Il nome gettonato è “TUTTI 2020″. Prima c’è stato un certosino lavoro di ricerca telefonico e su Internet. Poi è seguito qualche prudente incontro di persona rigorosamente con mascherina causa Coronavirus. Quindi tante telefonate, una valanga di e-mail e un diluvio di messaggi su due chat di discussione-lavoro create su WhatsApp.
Claudio Leone probabilmente riuscirà nel miracolo: far rinascere, dopo 40 anni, un giornale pensato e scritto da ragazzi tra gli anni ’70 e ’80, quelli belli e turbolenti della contestazione studentesca e, purtroppo, del terrorismo. TUTTI, giornale in teoria con cadenza mensile (problemi e imprevisti permettendo) visse per quasi dieci anni: il primo numero uscì nel dicembre 1972, l’ultimo nel gennaio del 1981. Uscirono 16 numeri. Claudio Leone, all’epoca direttore, si è rimesso in moto in modo infaticabile per trovare i circa 400 ragazzi, allora ventenni, «redattrici e redattori» (come li chiama lui) per coinvolgerli in una nuova avventura culturale e, forse, giornalistica. Ha rintracciato 150 «redattrici e redattori» (qualcuno ancora al lavoro, altri pensionati), gli hanno detto sì oltre 120 persone. Anche 6 figli dei giovani aspiranti giornalisti di quell’epoca remota si sono impegnati nella sfida di oggi.
I tempi sono molto cambiati, ma il metodo non è mutato: capire i problemi della società in trasformazione travolgente per dare delle risposte. Negli anni ’70 l’Italia doveva fare i conti con una drammatica crisi di crescita che produsse generose spinte di libertà e di uguaglianza tra i giovani, ma anche velleitarie idee rivoluzionarie sfociate in molti casi nel terrorismo delle Brigate Rosse.
Oggi il Belpaese, invece, deve fare i conti con una drammatica crisi di decrescita tra convulse spinte populiste. Allora eravamo nella Prima Repubblica antifascista, oggi nella Terza Repubblica populista. Viviamo lo scasso del ceto medio e dei lavoratori impauriti e impoveriti. Hanno ricevuto due micidiali colpi: dalla globalizzazione e dal Covid-19.
Allora TUTTI ebbe successo mettendo insieme, da tutta Italia, tanti ragazzi con idee politiche diverse ma concordi nel volere un paese democratico, europeista, terzomondista. Tra tante inchieste pubblicate su scuola, su diritti civili e sociali, soffiò anche la novità degli articoli ambientalisti.
Adesso la macchina si è rimessa in moto. L’obiettivo è di puntare sull’uguaglianza in una società divenuta più classista, sull’economia verde, sulle nuove tecnologie per dare lavoro ai giovani utilizzando anche fondi dell’Unione europea e del governo italiano. C’è da battere la delusione verso la Ue per i tanti egoismi nazionalistici praticati dai paesi forti del Nord contro quelli deboli del Sud come l’Italia, una miccia che ha fatto esplodere il sovranismo populista. L’esordio è fissato a Padova il 7 ottobre: la “Rete TUTTI 2020” organizzerà con l’Università della città veneta una conferenza nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile.
Le relazioni sono in elaborazione. Verranno presentati analisi e progetti su temi centrali: sanità territoriale al servizio dei cittadini malati e anziani, potenzialità del servizio civile, recupero dei materiali (metalli carta, plastiche), energie rinnovabili, difesa delle biodiversità, lotta al dissesto idro-geologico, valorizzazione dei beni artistici e culturali. Sul tavolo c’è anche l’idea di una conferenza da tenere nella primavera 2021 a Parma sull’Unione europea post Covid-19. Sanità, cultura e turismo sono questioni strettamente intrecciate da risolvere.
Per dare gambe a idee e progetti prossimamente è prevista la nascita del sito Internet “TUTTI 2020” e della parallela associazione culturale con lo stesso nome. Sul tavolo c’è anche l’ipotesi di varare un giornale online. Si vedrà. Si sente tanto il bisogno di idee e proposte per rispondere a problemi sociali ed economici esplosivi: in testa il lavoro giovanile. Per “TUTTI 2020″ lo spazio non manca. Se i giornali su carta e su Internet vanno a fondo ci sarà pure un motivo. Ecco una nuova sfida: far emergere un enorme pubblico di lettori disinteressati ai giornali in fotocopia.