Disfatta elettorale, parlamentari per sorteggio. Dal 21 settembre i grillini sono piombati nel caos. Dal giorno del tracollo nelle elezioni regionali il M5S è diventato un infuocato campo di battaglia. Lo scambio di accuse, in termini garbati o infuocati, sulla responsabilità del disastro è una continua corrida.
Lo scontro principale è tra governisti e alfieri dell’opposizione antagonista anti élite. Il tiro al piccione è in particolare su Crimi, il reggente del Movimento, in attesa dell’elezione di un nuovo capo politico dopo le dimissioni rassegnate a gennaio da Di Maio.
Il ministro degli Esteri, un tempo giovane pupillo di Grillo, si è lavato le mani dalla disfatta delle Regionali: andavano «organizzate diversamente». Alessandro Di Battista, altro giovane cinquestelle nel cuore del fondatore, ha tuonato: è «la più grande sconfitta del Movimento». Il presidente della Camera Roberto Fico ha accusato «un verticismo troppo spinto».
Girano tanti nomi per la poltrona vuota da 9 mesi di capo politico. Gira anche la soluzione di una gestione collegiale del M5S nella quale Di Maio potrebbe anche tornare in pista con un ruolo chiave. Più voci reclamano gli Stati Generali, una sorta di congresso mai fatto finora perché è una procedura praticata dai vituperati partiti tradizionali.
Come votare? Potrebbe far breccia il meccanismo dell’elezione dei parlamentari per sorteggio decantata da Beppe Grillo. Finora la dedizione alla democrazia diretta della Rete esaltata dal garante pentastellato è stata totale. Tutti i candidati cinquestelle al Parlamento furono scelti con una votazione degli iscritti su Internet. Di Maio fu eletto nel 2017 capo politico del M5S con una votazione sulla Rete.
Ma adesso i cinquestelle devono fare i conti con la sfuriata di Beppe Grillo dopo la disfatta elettorale. Il garante del Movimento ha dato un calcio alla democrazia rappresentativa, al Parlamento, in favore della democrazia diretta. Il calcio è stato ancora più forte perché il comico genovese ha anche ribadito la sua propensione all’elezione dei parlamentari per sorteggio: «Perché no? L’affluenza è al 50 per cento, è una democrazia zoppicante. Non mi interessa chi sei, basta che tu abbia dei requisiti». È un rilancio che fa paura ai deputati e ai senatori grillini che hanno ottenuto di potersi ricandidare per la terza volta, mettendo da parte l’aurea regola del tetto di due mandati.
Già, ma se ci sarà il disco verde ad eleggere i parlamentari per sorteggio perché non si potrebbe fare lo stesso per scegliere il capo politico o i componenti di una gestione collegiale del M5S?