“TUTTI” risorge. E dopo 40 anni dall’uscita di scena rinasce come “TUTTI 2020”. I protagonisti sono gli stessi: allora erano entusiasti universitari che fondarono un giornale per cambiare il mondo, adesso sono “ex ragazzi” con la voglia di continuare quella impresa in un pianeta molto cambiato.
Dopo quasi un anno di lavoro preparatorio “TUTTI 2020” muove i primi passi: parte un sito Internet e una associazione culturale. Non solo. Il 7 ottobre a Padova ci sarà l’esordio pubblico: una conferenza organizzata assieme all’università della città veneta dal titolo Rendersi doppiamente utili.
Sarà la prova del fuoco. Il titolo Rendersi doppiamente utili dato alla conferenza di Padova ha un preciso significato: è la scommessa di legare lo sviluppo delle nuove tecnologie e dell’economia eco-sostenibile a un qualificato e stabile lavoro per i giovani. La conferenza, organizzata nell’ambito del Festival dello sviluppo sostenibile 2020, indicherà le vie per convertire l’Italia in una economia verde.
L’impostazione è controcorrente: niente temi generici ed astrazioni, ma progetti concreti per fornire la possibilità di molteplici lavori diversi ai giovani. “TUTTI 2020” lancerà a Padova tante proposte (consultabili già sul sito Internet): il riciclo dei materiali (plastiche, metalli, legno, carta); le bonifiche ambientali; il riassetto idro-geologico di monti e valli; la protezione dell’ambiente; la valorizzazione dei beni culturali ed artistici; le energie rinnovabili; le farmacie come primo presidio territoriale per la salute; il servizio civile per l’aiuto a domicilio di malati e anziani (lavoro ancora più necessario con lo scoppio del Coronavirus).
L’obiettivo è di dare un futuro ai giovani. In molti non studiano né lavorano. Nel 2019 in Italia i ragazzi nel “limbo” erano quasi 2 milioni. Un altro record negativo. Con il Coronavirus è scoppiata la tragedia nella tragedia. L’Istat ha confermato: ad agosto il tasso di disoccupazione dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni è salito al 32,1%.
In Italia si è visto di tutto: i disoccupati disperati (soprattutto giovani) in cerca di lavoro e gli imprenditori avviliti perché non trovano manodopera (soprattutto giovani). Il mistero è presto svelato. Negli anni scorsi gli imprenditori, soprattutto al centro-nord, non hanno trovato o hanno faticato a trovare giovani qualificati: ingegneri, informatici, tecnici, operai specializzati, cuochi, apprendisti artigiani (in testa il settore dell’oreficeria). Ma lo stesso è successo per i lavori a più bassa qualificazione come i braccianti stagionali, difatti è stato massiccio il ricorso ai lavoratori stranieri.
Ma i ragazzi non mollano solo perché non trovano lavoro o lasciano rapidamente l’apprendistato solo per l’impegno eccessivo. Molte volte mollano perché vivono situazioni di sfruttamento, di lavoro nero, di scarsi riconoscimenti professionali. Risultato: è tornata l’emigrazione italiana, una pagina che sembrava dimenticata. In dieci anni gli emigrati sono stati tra mezzo milione e un milione, per la metà giovani. È la cosiddetta “fuga dei cervelli”, ma è sottovalutata anche la “fuga delle braccia”, la forma più antica di emigrazione. Ecco, “TUTTI 2020” intende trovare una soluzione o, quantomeno, vuole provarci. Il motto dell’Accademia del Cimento, quella degli scienziati discepoli di Galileo Galilei, era: «Provando e riprovando».