Abbiamo fatto un quadro parziale della situazione italiana, ora brevemente, anche se ne abbiamo già accennato, alcuni provvedimenti che a mio avviso il Governo dovrebbe mettere in atto con una certa urgenza, comprese quelle riforme costituzionali e istituzionali che il risultato del referendum renderà urgenti e indispensabili. Naturalmente mi limiterò ad una scarna elencazione senza addentrarmi nel merito.
Scuola e università. Tutti chiedono di puntare sui giovani, bene, allora è necessario un serio intervento sulle strutture con investimenti consistenti, l’adeguamento del numero degli insegnanti, l’accesso alla professione di medico, una maggiore attenzione agli istituti tecnici e alle prospettive di inserimento nel mondo del lavoro con incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato. Taglio drastico dei costi universitari, verifica del lavoro dei titolari di cattedra, aumenti salariali per assistenti e ricercatori, più fondi per la ricerca.
Lavoro. Ai giovani però è anche necessario dare opportunità di lavoro, quindi ancora agevolazioni per chi assume in forma stabile i giovani, avviare tutte quelle infrastrutture con assegnazioni di avvio lavori rapide e controlli cogenti. Corsi di formazione con sbocchi concreti e non fini a se stesse, utili solo a finanziare chi fa formazione. Contratti a termine di soli tre mesi, o si assume o non si può ricorrere a nuove assunzioni, con le dovute eccezioni legate anche al comportamento del lavoratore in prova.
Burocrazia. Ci vorrebbe una vera e propria commissione per eliminare tutte quelle leggi inutili, quelle che si contraddicono e quelle che non vengono applicate né fatte rispettare. Nel frattempo si procede con autocertificazioni su tutti i fronti, pubblici e privati, con un maggiore controllo da parte dello Stato che dovrà dotarsi di personale idoneo a queste verifiche. Non proprio legate alla burocrazia… forse un ripensamento o una revisione, della regionalizzazione sanitaria e dell’autonomia scolastica, potrebbero fare chiarezza su alcuni aspetti e riportare in un alveo più uniforme questi due fondamentali settori della vita dei cittadini.
Banche. Anche qui basta con le “chilate” di documenti e garanzie di valore triplo rispetto a quanto richiesto, facilitare la vita ai giovani consentendogli di entrare a pieno titolo nella società e non di restare ancorati alla casa dei genitori e dei nonni. Se le banche non si vorranno adeguare tutto il denaro pubblico dovrà transitare per canali istituzionali (Poste, Cdp etc..).
Fisco. Da quanti anni si discute di riforma? Venti, trenta… È ora di dare una vera e propria scossa iniziando a sovvertire quel principio feudale che vuole il cittadino costretto a dimostrare la sua innocenza e non il Fisco la colpevolezza. È anche ora di inserire quel famoso conflitto di interessi di cui tanto si parla, ma non si riesce mai, chissà perché ad attuare. Se a tutti si dà la possibilità di essere in regola con drastiche riduzioni, forse lo Stato ci guadagnerebbe, tutti sarebbe felici di pagare e lo Stato non dovrebbe più inseguire gli evasori per necessità di sopravvivenza… Lasciamo stare i grandi evasori… quelli tanto poi si mettono d’accordo!!!
Naturalmente si tratta solo di idee, condivisibili o meno, ma almeno abbiamo messo in fila una serie di questioni, cosa che in questa fase il Governo non riesce a fare. Su questi temi maggioranza e opposizione dovrebbero trovare un terreno fertile per un confronto costruttivo.
Fine – I precedenti articoli sono stati pubblicati il 17, 23, 27 settembre e il 3 e 6 ottobre 2020.