Vietato ammalarsi, con i Pronto Soccorso degli ospedali presi d’assalto in seguito alla seconda ondata della pandemia. Vietato ammalarsi in tempo di Covid, perché non si può contare sulla sanità pubblica. La settimana scorsa, un mio amico aveva bisogna di una risonanza. Polso gonfio e deformato per una probabile artrite reumatoide. Il medico gli ha prescritto l’esame. Ma a Roma, per poter fare una risonanza in una struttura convenzionata, quindi pagando solo il ticket, bisogna aspettare almeno tre mesi.
Oggi la sola alternativa è quella di fare esami clinici a pagamento. Allora il mio amico è andato in un ambulatorio privato dove ha scoperto che, adesso, fare una semplice risonanza costa la bellezza di 182 euro.
In tempi di Covid è tutto così, le attese per esami, analisi, e perfino per le visite di controllo degli ammalati con patologie gravi, possono arrivare a un anno. Gli ambulatori oncologici sono stati chiusi a giugno. Gli accessi agli ospedali vengono limitati in tutta Italia ai soli casi urgenti. Molte regioni come la Campania hanno bloccato tutti i ricoveri programmati.
Chi ha bisogno di un medico, di una cura, di un controllo, di un esame, di un intervento chirurgico, deve rivolgersi a una struttura privata pagando spesso cifre assurde.
E così assistiamo al paradosso di una sanità privata che all’arrivo del Coronavirus ha messo in mostra tutta la sua inadeguatezza e adesso viene “premiata” perché può lucrare sui servizi che un Sns sotto stress non può più garantire. Poi si scopre che i soldi per potenziare la sanità pubblica in vista della seconda ondata della pandemia c’erano, ma in gran parte non sono stati spesi. Con buona pace delle chiacchiere, delle promesse e del diluvio di protocolli anti-Covid che inondano il Paese.