Una voce urla: «Attenzione! Arrivo!». Una ragazza pedala veloce in discesa sulla pista ciclabile di via Gregorio VII: evita per un soffio una sportellata micidiale. Una signora scongiura all’ultimo momento l’impatto: stava per scendere dalla sua auto e ha sentito appena in tempo le grida di allarme della giovane ciclista. Non è scesa dalla macchina e ha evitato l’incidente.
La nuova pista ciclabile di via Gregorio VII costruita a ottobre ricorda i film americani sulla guerra in Vietnam, in particolare le scene nelle paludi del Mekong. Le insidie e i problemi sono tanti per i ciclisti, gli automobilisti e i pedoni. La ciclabile corre sulla carreggiata destra di via Gregorio VII guardando verso la chiesa di San Pietro, è incassata tra il marciapiede e le auto parcheggiate sulla sinistra. Basta una distrazione per causare delle conseguenze rischiose: il ciclista si può prendere una sportellata, il passeggero che scende dall’auto può essere travolto. Se poi, come accade spesso, arriva un monopattino elettrico addirittura con due persone a bordo, l’incidente diventa ad alto rischio. L’attenzione deve essere massima, come quando una barca deve affrontare un mare pieno di scogli e di secche.
Virginia Raggi, da sempre sostenitrice della mobilità sostenibile, da quando è stata eletta sindaca di Roma ha promesso una rete di piste ciclabili. All’inizio di maggio, quando i cittadini stavano lasciando il confinamento in casa provocato dal Covid-19, ha annunciato un piano straordinario di 150 chilometri di piste ciclabili transitorie. Transitorie non significa provvisorie, ma allestite direttamente sull’asfalto e non su una apposita sede per procedere più rapidamente nella realizzazione. Tra i progetti c’era anche la ciclabile di via Gregorio VII, inizio a piazza dei Giureconsulti e termine a Porta Cavalleggeri.
Automobilisti e residenti non esultano. Via Gregorio VII, una delle grandi vie ad alto scorrimento di traffico di Roma, si è ristretta. Le auto praticamente non marciano più su due file parallele ma solo su una. Di qui i frequenti intasamenti, gli ingorghi. Non solo. I parcheggi già rari, sono diventati introvabili. Un ristoratore è sconfortato: «Non bastava il Covid, ora c’è anche la ciclabile! Non si può più parcheggiare! E poi voglio vedere come si fa con la ‘monnezza…!».
Già, i cassonetti dei rifiuti adesso sono allineati sul lato sinistro della ciclabile, sulla stessa riga delle auto parcheggiate. Se le immondizie sono troppe, tracimano dai cassonetti e finiscono sull’asfalto (caso molto frequente a Roma) e allora la ciclabile diventa impraticabile: l’audace che tenta di superare l’ostacolo puzzolente con la bici può fare una brutta fine.
Il pericolo è in agguato. Gli spazi sono stretti e la pista ciclabile è segnalata e delimitata solo da grandi strisce bianche e gialle segnate sull’asfalto. Non è protetta da un cordolo o da altri sistemi di sicurezza. Non solo. La ciclabile a tratti scompare: alle fermate degli autobus e ai benzinai il tracciato si volatilizza; il ciclista, scansando gli ostacoli, si deve rituffare abilmente nel fiume di macchine che marciano a velocità sostenuta.
Ma c’è anche un dilemma da svelare. La pista ciclabile è stata allestita dal comune di Roma a senso unico solo sulla carreggiata destra di via Gregorio VII in direzione di San Pietro e quindi verso il centro storico. Sul lato sinistro non c’è niente. Quindi i ciclisti hanno un percorso dedicato verso il Vaticano ma non uno per tornare a casa, in direzione della via Aurelia.
Dei Caterpillar e degli operai sembrava che stessero iniziando i lavori per costruire una ciclabile anche sulla carreggiata sinistra di Gregorio VII, ma poi non è accaduto nulla. Come mai? Un giovane barista dice: «Non lo so. I lavori dovevano cominciare anche lì…Va chiesto alla Raggi!». Un lavoro fatto a metà in genere scontenta tutti, ma in questo caso qualcuno è contento. Una signora sorride: «Meno male! Almeno c’è qualche parcheggio in più su questo lato della strada».
Ma in genere i romani non la pensano così. Lo scontento è forte per i trasporti pubblici e la nettezza urbana colabrodo. Quando salgono nelle ore di punta sugli autobus e sulla metropolitana in genere trovano folla, non c’è il distanziamento sociale per evitare i contagi. E le infezioni aumentano tumultuosamente. Virginia Raggi, a un anno dal voto per il Campidoglio, ha varato il piano delle piste ciclabili transitorie ma non tutti possono cavalcare una bicicletta e chi fisicamente può deve affrontare un percorso a handicap.