Chi si ricorda dei navigator? Pochi. Del loro passaggio non è rimasta traccia. Eppure due anni fa, quando nacquero, questi nuovi tutor vennero presentati dal governo come la grande arma per combattere la disoccupazione.
Fortemente voluti da Luigi Di Maio – all’epoca ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, vicepremier in coppia con Salvini, e capo politico del M5S – i navigator furono inventati con compito di aiutare a trovare un lavoro ai beneficiari del reddito di cittadinanza, che poi era la grande bandiera dei Cinquestelle. Inventati, appunto. Per fare quello che i Centri per l’impiego, ossia gli ex uffici collocamento, non erano mai riusciti a fare: mettere insieme domanda e offerta di lavoro.
Invece di un nome rigorosamente english, avrebbero avuto bisogno di formazione di strumenti. Per esempio, di quella grande banca dati con le offerte di lavoro in tempo reale, la cui mancanza aveva ridotto i Centri per l’impiego a semplici uffici burocratici. Ma le unificazioni delle banche dati non c’è stata e nessuno ha messo in cantiere una vera ristrutturazione che rendesse finalmente agile, rapido ed efficiente il vecchio collocamento. Ci si è accontentati, come spesso accade in tempi di politica senza partiti, di un’operazione mediatica. Giusto per issare un’altra bandierina e fare un altro po’ di propaganda.
Il risultato è che adesso nessuno può difendere i navigator mettendo sul tavolo i loro risultati. Due settimane fa l’Anpal ha pubblicato gli ultimi dati sul reddito di cittadinanza. Su poco più di 1,3 milioni di beneficiari inseribili al lavoro, solo 352 mila hanno avuto un contratto, ma a fine ottobre gli attivi erano già scesi a 192 mila. Questo perché sono stati considerati tutti i tipi di contratto, anche quelli brevissimi.
Ad ogni modo, il ruolo dei navigator sarebbe prossimo allo zero, perché ci sono le agenzie private di collocamento e soprattutto perché sono le stesse convenzioni con le Regioni a stabilire che il contatto con le aziende deve essere creato dai Centri per l’impiego. Quindi il navigator deve limitarsi al supporto.
E così adesso per i 2700 navigator assunti due anni fa sembra arrivato il momento dell’addio. Il loro contratto scade a fine aprile e nel disegno di legge di Bilancio, che fissa spese ed entrate dello Stato nel prossimo anno, altri soldi per loro non sono previsti. Certo, il dibattito in Parlamento è appena iniziato e il Movimento 5 Stelle starebbe preparando un emendamento con la proroga di un anno. Coperture permettendo. Ma per i navigator si tratterebbe solo di un rinvio. La loro fine è segnata: assunti per aiutare disoccupati a trovare un lavoro, adesso saranno loro a ritrovarsi senza lavoro.