Riuscirà Virginia Raggi ad arrivare al ballottaggio per giocarsi la partita di una riconferma alla guida del Campidoglio? Al momento tutti i sondaggi per le prossime elezioni comunali danno la sindaca fuori da qualsiasi ballottaggio.
Ma dopo l’assoluzione in appello nel “processo nomine” qualcosa è cambiato. Adesso l’ala governista del M5S dovrà rinunciare a qualsiasi accordo con Zingaretti per un candidato unitario, cosa che sarebbe stata possibile solo in caso di condanna dell’attuale sindaca. E il fatto che il fondatore Beppe Grillo abbia sempre difeso la Raggi vuol dire che allo stato delle cose i Cinquestelle non possono permettersi anche la spaccatura sul candidato sindaco della capitale.
E così la Raggi, spalleggiata da Alessandro Di Battista, si prepara a lanciarsi nella più grande scommessa politica della sua vita. La campagna elettorale è cominciata un minuto dopo l’assoluzione. Ed è stato proprio Di Battista a fornire quella che ne diventerà la chiave: «Per quattro anni Virginia è stata diffamata, dileggiata, calunniata…».
Ma è evidente che presentarsi solo come “vittima” di un sistema di potere e perfino del “fuoco amico” dei governisti pentastellati del governo giallorosso potrebbe non bastare per un bis in Campidoglio, facendo dimenticare agli elettori romani i risultati del primo mandato della sindaca. Perché siamo di fronte a un bilancio che è sotto gli occhi di tutti e non è esagerato definire “disastroso”. Una capitale dove non funziona nulla e dove la situazione è peggiorata con l’arrivo del Coronavirus quando il trasporto pubblico dell’Atac e la raccolta rifiuti dell’Ama, che già erano a livelli da Terzo Mondo, hanno dimostrato una volta per tutte la loro incapacità.
Non è un caso se nella classifica annuale del ‘Sole 24 Ore’ sulla qualità della vita delle città italiane quest’anno Roma ha perduto ben 14 posizioni, scivolando al 32esimo posto.