Benvenuti a Piazza Vittorio, una delle più belle piazze d’Italia. Voluta dal re sabaudo per celebrare Roma diventata capitale del Regno d’Italia e intitolata a re Vittorio Emanuele II. Benvenuti a Piazza Vittorio, non per un tour nella sua Grande Bellezza (i portici che ricordano Torino, i magnifici palazzi umbertini progettati da Koch, il giardino centrale con la Porta Magica), ma per fare un giro attraverso il suo immenso degrado. Che ne ha fatto il simbolo dell’incuria della capitale, la prova concreta dell’incapacità dei suoi amministratori e dell’impotenza dello Stato.
Da più di 20 anni ho una casa su Piazza Vittorio. Piano alto. Dalla finestra vedo i portici, i giardini e, all’orizzonte, le colline dei Castelli romani. Poi scendo e devo schivare la coperta sudicia lasciata dal barbone accanto al portone, insieme agli avanzi e agli escrementi della notte. Attraverso la strada e, all’angolo con via Leopardi, trovo altre coperte, ma anche grandi scatole di cartone piazzate contro le serrande di un locale dove fino a pochi mesi fa c’era un’agenzia bancaria. Davanti ai cartoni, un gruppetto di barboni, tutti senza mascherina, beve birra e insulta i passanti. Di fronte, proprio sul ciglio del marciapiede che dà sulla piazza, ci sono quattro cassonetti dell’Ama, vecchi e sudici, con la “monnezza” che trabocca. Ai piedi del cassonetto dell’umido i piccioni trovano il pasto pronto, ma non è difficile incontrare qualche topo. Tutto questo in pieno giorno e con i giardini al centro della piazza appena restaurati e riaperti al pubblico.
È una situazione che va vanti da anni, ma con la giunta Raggi è precipitata. Inutili le centinaia di segnalazioni dei residenti agli uffici capitolini a vario titolo “competenti”, inutili le telefonate a polizia e carabinieri per sollecitare un intervento. La risposta stand era (ed è) che «non c’è nulla da fare, perché un barbone può essere portato via solo se c’è il suo assenso». Né serviva (e serve) sottolineare che non è più un problema di barboni. Perché ci sono anche delinquenti e spacciatori, perché c’è il Covid e c’è un problema sanitario grande come una casa. Basta vedere gli escrementi per strada. Al massimo, se proprio insistevi, ti facevano scrivere e firmare due righe da mettere in archivio.
Adesso però i residenti, esasperati, si sono rivolti a un avvocato che – codice alla mano – ha presentato una denuncia-diffida firmata da cinquecento residenti contro la sindaca Raggi, la presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi e il corpo dei vigili urbani della capitale.
E così il degrado dell’Esquilino è tornato nei titoli di cronaca dei quotidiani romani. Anche perché tra le firme dei residenti, c’è quella di Paolo Sorrentino, il regista che ha vinto un premio Oscar celebrando “la Grande Bellezza” della capitale. E adesso non ne può proprio più della Grande Bruttezza che incontra quando esce dalla sua casa che dà proprio su Piazza Vittorio.