La Regione Lazio il 4 febbraio scorso nel confronto con la CGIL su contenuti, modalità e tempi della rifunzionalizzazione del Forlanini ha fatto presente di avere predisposto prime proposte immediate di riutilizzo parziale della struttura (apertura di RSA e Casa della Salute) dando conferma «sulla disponibilità certa di fondi e risorse per funzioni utili al territorio soprattutto per l’incremento di servizi socio-sanitari territoriali.»
Queste proposte predisposte il 5 e 7 febbraio sono state pubblicate il 9 febbraio (DGR 71 e. 72). Tempi brevissimi che non hanno fatto mantenere l’impegno per una informazione preventiva sui contenuti.
La DGR n. 72 riguarda un «nuovo atto d’indirizzo per la riqualificazione del compendio immobiliare “ex Ospedale Carlo Forlanini” in Roma quale sede dell’Agenzia europea della ricerca biomedica e per la realizzazione di una R.S.A. e di una Casa della salute della Regione Lazio».
RSA e Casa della salute che, come si legge, si ritiene di dover collocare in due edifici decentrati ed indipendenti, in “edifici secondari” rispetto al corpo principale del complesso immobiliare per «non inficiare la realizzabilità del progetto dell’Agenza europea della ricerca biomedica».
Una impostazione questa che, a prima vista, appare poco raccordata con i contenuti e il percorso di riqualificazione dell’insieme del complesso del Forlanini sui quali in modo, ad oggi positivo, si sta svolgendo il confronto fra sindacato e Regione.
Regione che in quell’incontro ha fatto presente al sindacato di stare predisponendo anche un provvedimento-cornice in funzione degli interventi da fare, risorse, struttura tecnica ecc, nel Forlanini (concretizzatosi nella DGR n.71).
Gli interventi cui ci si richiama si riferiscono alla allocazione funzionalmente idonea di RSA, Casa della Salute ma anche di un Polo didattico e di Poliambulatori, sui quali nelle precedenti riunioni l’assessore Sartore ha manifestato apertura e disponibilità a discutere.
Crescente è anche la richiesta dei cittadini di inserire nel Forlanini una struttura di riabilitazione pneumologica attesi gli esiti invalidanti prodottisi in tanti che sono stati colpiti dal covid.
Nella citata circostanza si è convenuto di pervenire alla formalizzazione di una intesa a breve sui contenuti e tempi della rifunzionalizzazione graduale ma certa del Forlanini.
Le modalità del processo di primo avvio della riapertura del Forlanini (RSA e Casa della Salute), prefigurato con le DGR n. 71 e n.72, dovrebbero trovare un raccordo e non entrare in contraddizione con i contenuti e le forme condivisi di un confronto aperto.
Affermare di voler «accogliere il nuovo organismo europeo nel complesso dell’ex ospedale Forlanini», non può voler dire che il Forlanini nel suo insieme deve quasi in toto identificarsi con la sede di questo ente per ora solo “immaginato” mentre in via del tutto residuale si pensa di configurare gli ambiti delle sole RSA e Casa della Salute.
Dalla consultazione on-line del presidente Zingaretti nel 2016 e dalle rivendicazioni di sindacato e soggetti sociali organizzati che si confrontano con la Regione, vi sono diverse funzioni sociosanitarie, sociali e culturali da inserire.
Appare evidente che l’attuazione degli impegni presi a suo tempo presuppone che si definiscano numero e tipologie delle strutture da inserire e che subito dopo si entri contemporaneamente nel merito della distribuzione degli spazi necessari. Il che è parte del confronto in corso.
Una distribuzione (un atto non meramente tecnico) che dovrebbe muovere da standard e requisiti più elevati e da idoneità funzionale degli immobili rapportata alla tipologia dei servizi sociosanitari ed alla omogeneità delle funzioni che vi si vogliono allocare.
Il che è un impegno specifico sottoscritto, rinvenibile nella precedente intesa con il sindacato per l’apertura di 20 RSA pubbliche (tra le quali quella nel Forlanini).
Prevedere, fuori da una discussione di merito, che su 110.525,11 mq di superfici utili, a priori, 88.597,80 mq (il cosiddetto “complesso monumentale”), debbano essere vincolati per ospitare la precitata eventuale Agenzia internazionale, non appare il migliore dei modi per mettere a disposizione della città un bene pubblico che deve servire soprattutto per migliorare la tutela della salute dei romani.
Val la pena ricordare come l’assessore al patrimonio a suo tempo ha tenuto a ribadire che tale obiettivo in ogni caso non sarebbe stato vincolato alle vicende relative alla possibile ma non certa decisione europea a favore dell’insediamento dell’Agenzia in Italia (e nella città di Roma come richiesto).
La DGR n. 71 segnala che due direzioni dell’assessorato dovranno provvedere «all’elaborazione di un piano organico propedeutico alla definizione del programma di investimenti per interventi in edilizia sanitaria per l’utilizzo dei fondi della riserva di utile di esercizio destinati ad investimenti – Capitolo H22135 “Spese per investimenti in edilizia sanitaria finanziate con gli utili della GSA” Importo € 69.768.650,00».
Si tratta di capire come questo piano organico, la citata cornice, che tuttavia interviene su uno spettro più ampio di investimenti programmati in sanità, sarà in grado di attivare quella copertura finanziaria della riapertura del Forlanini sulla quale più volte sono state date rassicurazioni dalla presidenza della giunta e dall’assessorato alla programmazione e al patrimonio e da quello della salute.