15 marzo del 44 avanti Cristo, 15 marzo 2021. Duemila anni fa fu ucciso Giulio Cesare, l’altro giorno è stata ferita, forse a morte, la vaccinazione anti Covid-19. Il 15 marzo 2021 Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Slovenia hanno deciso di sospendere le somministrazioni del vaccino messo a punto e prodotto dalla AstraZeneca.
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha motivato la scelta in nome della cautela: le decisioni sono state prese «esclusivamente in via precauzionale». Ma lo stop non è definitivo: è «in attesa della prossima decisiva riunione di Ema». Sarà l’agenzia europea per i farmaci a dire se il vaccino AstraZeneca ha effetti collaterali dannosi per la salute umana, forse anche gravi.
In Germania sono state somministrate 1.600.000 dosi del vaccino britannico e sono stati segnalati 7 casi di trombosi cerebrale, 3 mortali. Anche in Italia diverse persone hanno accusato sintomi più o meno gravi dopo una iniezione di una dose e alcune sono morte. Subito sono scattati gli accertamenti per verificare se i decessi sono stati o no causati dall’antidoto alla pandemia.
La paura cresce. C’è chi ha avuto la febbre a 40 dopo la vaccinazione AstraZaneca. Un settantenne racconta: «Ho tremato, ho temuto il peggio! Adesso sto meglio, sono in netta ripresa…». Un trentenne ha sfiorato la morte per una forte emorragia di sangue: è stato ricoverato in ospedale, ha temuto di non farcela, alla fine è stato dimesso e adesso è in cura a casa. Tuttavia ha ancora paura: «Sono vivo, certo…Ma non so cosa potrebbe capitarmi nei prossimi mesi, nei prossimi anni…!».
L’Ema il 16 marzo ha dato una prima rassicurazione in attesa di un pronunciamento formale. La direttrice dell’agenzia europea per i farmaci Emer Cooke ha precisato in una conferenza stampa: sono finora 30 i casi accertati di trombosi a seguito della somministrazione del vaccino AstraZeneca, su «quasi 5 milioni di persone vaccinate», e finora i benefici hanno superato i rischi. Ha aggiunto: «Non ci sono indicazioni che le vaccinazioni possano aver provocato questi eventi». La AstraZeneca ha ribadito la sicurezza del suo vaccino: su 17 milioni di soggetti vaccinati nel Regno Unito e in tutta Europa «ci sono stati 15 eventi di trombosi venosa profonda e 22 eventi di embolia polmonare segnalati tra coloro a cui è stato somministrato il vaccino».
Le cifre minime sui possibili effetti collaterali dannosi per la salute, però non tranquillizzano. L’alt ad AstraZeneca, per ora temporaneo, è un brutto colpo per la vaccinazione di massa organizzata in Italia e in tutta Europa per battere il Coronavirus. È una “mazzata” micidiale che si abbatte anche sugli altri vaccini autorizzati dalle autorità sanitarie: Pzifer, Moderna, Johnson&Johnson. È una ferita, forse mortale, soprattutto per la credibilità della vaccinazione anti Covid.
Già la propaganda no-vax da tempo ha forte presa in tutte le nazioni dell’Occidente, dall’Europa agli Stati Uniti, ma le ultime notizie sulle possibili conseguenze dannose della vaccinazione rischiano di provocare un rifiuto diffuso tra le popolazioni. Molte persone già prenotate per la vaccinazione con antidoti di altre case farmaceutiche diverse dalla società britannica, non si presentano all’appuntamento per paura. Può scoppiare il caos.
Ci sono in ballo interessi economici e politici enormi. Le multinazionali farmaceutiche lavorano per conquistare mercati e fare profitti. È in atto uno scontro sanitario tra Stati Uniti, Cina e Russia (in sintonia con le rispettive aziende farmaceutiche) sullo scacchiere globale: le superpotenze utilizzano i vaccini come arma per la supremazia mondiale.
Ma il problema fondamentale è rispettare il diritto alla salute dei cittadini. Un vaccino, come tutte le medicine, ha la missione di guarire, non di ammalare. La fiducia popolare nella vaccinazione è essenziale per debellare il virus che solo in Italia ha causato oltre 100.000 morti e più di 3.000.000 di “positivi”. Di qui la necessità da parte dei governi e delle autorità sanitarie di dire una parola definitiva sulla sicurezza dei vaccini e, in particolare, del prodotto AstraZaneca. È in discussione la credibilità dell’Unione europea e delle sue autorità sanitarie.