Lo stop al vaccino AstraZeneca è durato appena 3 giorni: dal 15 al 18 marzo. Il 15 marzo Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Slovenia hanno deciso di sospendere le somministrazioni del vaccino anti Covid-19 prodotto dalla AstraZeneca.
Il dubbio è terribile: può causare trombosi, può uccidere invece di guarire. L’allarme più forte è venuto dalla Germania. Di qui il blocco temporaneo. Il ministro della Salute Roberto Speranza il 15 marzo ha motivato lo stop «esclusivamente in via precauzionale». L’Ema il 18 marzo ha rimesso in pista l’AstraZeneca: «I benefici superano i rischi». La direttrice dell’agenzia europea del farmaco Emer Cooke ha scandito: l’antidoto della casa farmaceutica britannica «è sicuro, efficace. Escludiamo relazioni con i casi di trombosi».
L’alt provvisorio ad AstraZeneca è un brutto colpo per la vaccinazione di massa organizzata in Italia e in tutta Europa per battere il Coronavirus. È una “mazzata” micidiale che si abbatte anche sugli altri vaccini autorizzati dalle autorità sanitarie: Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson. È una ferita, forse mortale, soprattutto per la credibilità della vaccinazione anti Covid. È un grande favore a tutti i vari movimenti no-vax.
Sul vaccino AstraZeneca si è detto di tutto: non è adatto a chi ha oltre 65 anni, non è valido contro le varianti del Covid, può avere effetti collaterali dannosi. Quindi si è affermato l’esatto opposto. Il disorientamento è forte. La vaccinazione di massa negli Usa e nel Regno Unito (qui soprattutto con AstraZeneca) ha drasticamente ridotto morti e contagi. Gli interessi economici delle multinazionali farmaceutiche sono giganteschi. Lo scontro tra Usa, Cina e Russia per la supremazia vaccinale mondiale (e quindi politica) è incandescente.
Mario Draghi ha assicurato: «Lo Stato c’è», il governo attuerà «il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile». Il presidente del Consiglio ha confermato la volontà di proseguire a pieno ritmo la campagna di vaccinazione di massa.