Il procuratore di Catanzaro dottor Nicola Gratteri lo avrà senz’altro visto quel piccolo capolavoro di Sergio Leone che è Per qualche dollaro in più. A un certo punto, il regista e lo sceneggiatore Luciano Vincenzoni rubano un aforisma di Oscar Wilde. Il Monco (Clint Eastwood), chiede al colonnello Douglas Mortimer (Lee Van Cleef), se la sua domanda sia indiscreta. «No», risponde il colonnello. «Le domande non sono mai indiscrete. Le risposte a volte, lo sono».
Il preambolo serve per rivolgere un paio di domande semplici semplici al dottor Gratteri; postulano risposte che forse non arriveranno. Appunto perché potrebbero essere (le risposte), indiscrete.
Prima domanda: lo ha letto il libro Strage di Stato. Le verità nascoste della Covid-19, autori il suo collega Angelo Giorgianni e il dottor Pasquale Bacco, e che reca una prefazione a sua firma? Basta un evangelico «Sì» o «No».
La seconda domanda, anch’essa chiede una risposta secca: condivide il contenuto del libro?
Per chi è credente, il di più, come si legge nel Vangelo di Matteo, «viene dal maligno». Per chi è laico, si tratta quasi sempre di “giustificazioni” inutili, che non interessano.
Il procuratore ha negato di essere anti-vaccinista; assicura che nei suoi uffici si adotta ogni possibile precauzione, lui e il suo staff si sono vaccinati; ci mancherebbe che in uffici e strutture pubbliche, e di questi tempi, in locali dove si amministra la legge, non si adottino elementari misure di prevenzione e igiene; che il procuratore si sia sottoposto a vaccinazione fa dire: buon per lui che ha avuto la possibilità di farlo.
Par di capire che il dottor Gratteri, con questa sua prefazione, ci voglia mettere in guardia da possibili, probabili rischi: i tentativi della criminalità organizzata di ricavare illeciti profitti dalla situazione provocata dalla pandemia. Lodevolissimo proposito. Si può osservare che da tempo si sono lanciati allarmi del genere, e puntuali ne hanno riferito giornali e televisioni? Non sono insomma una novità, anche se certo: ripetere giova. Ma forse ci sono luoghi più adatti e consoni. Quella sua prefazione, lo si dice con rispetto, aggiunge poco o nulla al già detto e scritto; e cade in un “luogo” che, nessuno si senta offeso, non sembra dei più opportuni.
Uno degli autori del libro, il dottor Giorgianni, rilascia all’agenzia AdN-Kronos una intervista nel corso della quale nega di essere un “no-vax”; tuttavia non si vaccinerà. Una sorta di ghiaccio bollente, insomma. Ricorda poi che i suoi convincimenti ha già avuto modo di manifestarli; per esempio nel luglio 2020, alla Camera dei Deputati, durante una conferenza stampa. Affermazioni di questo tipo: «Questa pandemia è uno strumento di ingegneria sociale, che serviva per realizzare un colpo di Stato globale. Quello che vediamo è la punta di un iceberg di un progetto di governo mondiale». Ancora: «Abbiamo avuto una strage di Stato, omicidi di Stato»; e infine la convinzione che in questo Paese ci sia stata «una dittatura sanitaria».
Un’affermazione del tipo: «Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto nelle mani loro! Tutte le lobby economiche e farmaceutiche, hanno tutto in mano loro…la grande finanza»; si può essere certi che una scempiaggine del genere, è lontana anni luce dal modo di pensare del dottor Gratteri. È così vero?
Ecco: se il procuratore queste affermazioni non le condivide, si ha il dovere di credergli. Per cui, la prossima volta, prima di scrivere, si informi bene sul committente: un po’ di prudenza, anche quando si tratta di prefazioni, non guasterebbe. L’antico proverbio «ogni ofelè fa el so mestè», vale non solo a Milano; anche per i magistrati, non solo per i pasticceri.