Turismo disperato. I turisti sono scomparsi. Alberghi, ristoranti, bar, guide turistiche, musei chiusi. Città d’arte e località sciistiche deserte. Navi da crociera ferme.
Un intero sistema economico e sociale è azzerato dal Coronavirus. Un ragazzo di Roma racconta il suo dramma: «Facevo il facchino per un gruppo di grandi alberghi. Da un anno non lavoro…Ho la cassa integrazione ma è poco, meno male che vivo con mia madre! Non so quando potrò riprendere a lavorare, forse dalla prossima estate! Dipende dal Covid…».
Tutto il turismo è in coma, è in terapia intensiva. Non si sa come andrà a finire. Anche per le vacanze di Pasqua tutto chiuso: tutta l’Italia sarà “zona rossa”, anche le “regioni arancione” nelle quali i contagi, pur non altissimi, comunque salgono a un ritmo sostenuto.
Ma l’assurdo è in agguato: niente turisti in Italia ma chi vorrà e potrà andrà all’estero. Se in Italia non si potrà andare in vacanza e sono vietati perfino gli spostamenti da un comune all’altro, invece sarà possibile festeggiare la Pasqua in circa 40 nazioni estere. Chi prenderà un aereo dovrà semplicemente fare un tampone alla partenza e al rientro (più una quarantena di 5 giorni). Spagna, Grecia e Cipro, in particolare ringraziano.
Il turismo è disperato. È, o meglio dire era, una colonna portante dell’economia italiana. Il “Manifesto per il Turismo Italiano” dà le cifre del settore nell’era ante pandemia: ben 3,5 milioni di addetti, un giro di affari di 232,2 miliardi di euro, più del 13% del Pil nazionale. Di qui l’appello: «Salviamo il turismo, salviamo l’Italia».
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha lanciato l’allarme: «L’85% degli alberghi italiani è costretto a restare chiuso», molti soprattutto «i più piccoli» non riapriranno.
Occorre una terapia d’urto, una strategia complessiva per salvare il turismo anche perché la concorrenza estera è temibile e da tempo si sta preparando a fare il pieno nelle prossime vacanze estive. È il caso della Grecia. Il governo ellenico ha organizzato delle vaccinazioni a tappeto partendo dalle splendide isole. La mossa ha due motivi: 1) lo spirito di solidarietà verso gli abitanti delle isole sprovviste di grandi ospedali e di strutture sanitarie efficienti; 2) l’obiettivo di assicurare ai turisti delle vacanze sicure nel meraviglioso mare delle isole greche all’insegna del “Covid free”, libere dal virus.