E adesso? Adesso è “tana libera tutti”. Ogni Paese europeo decide autonomamente a chi somministrare il vaccino AstraZeneca. E, cosa ancora più incredibile, se fino a gennaio si consigliava di non somministralo agli anziani, ora si è scelto di fare il contrario, escludendo i giovani.
La pilatesca risposta dell’Ema sui rischi del vaccino AstraZeneca conferma, una volta per tutte, la debolezza dell’UE e di tutte le sue strutture. Comprese le autorità regolatorie, come l’Agenzia europea per il farmaco, che dovrebbero essere autorevoli e indipendenti.
La burocratica dichiarazione del direttore esecutivo Emer Cooke, per spiegare le ragioni che hanno portato l’Ema a decidere di non decidere sui rischi di AstraZeneca fotografa impietosamente tutta la fragilità dell’Unione europea. La signora si è presentata davanti ai giornalisti per dire che, dopo attento esame, l’autorità europea di controllo sui farmaci aveva individuato solo «una possibile relazione» tra la somministrazione del vaccino anglo-svedese e i casi «molto rari» di coaguli sanguigni. Ma che «i dati disponibili non permettono di identificare» le cause delle trombosi segnalate, mentre i vantaggi del vaccino sono comunque di gran lunga superiori ai rischi. Perciò, arrivati a questo punto, ciascuno dei 27 paesi aderenti all’Ue può decidere autonomamente come comportarsi. Ma il compito di un’autorità regolatoria indipendente non dovrebbe essere quello di analizzare, valutare e decidere?
Il problema adesso è che la sfiducia nei vaccini aumenterà e conseguentemente si allontanerà l’obiettivo dell’immunizzazione di gregge. La sola arma di cui dispongono i governi per fermare la pandemia.
La verità è che sul Covid circolano fin dal primo giorno troppe notizie contraddittorie sugli effetti collaterali. Alimentate dalla lotta di potere in corso tra le multinazionali che producono i vaccini e dal gigantesco giro d’affari collegato. Quest’anno, solo in Europa, toccherà i 123 miliardi di euro.
Da qui il sospetto che – al di là dei suoi incredibili errori di comunicazione – AstraZeneca sia finita nel mirino perché è l’unica azienda europea a produrre il vaccino anti Covid, e perché il suo prodotto si conserva in un normale frigorifero e costa infinitamente meno di quello dei concorrenti Usa.
D’altra parte, basta scorrere la nota informativa che viene fatta leggere a ogni paziente prima della somministrazione per sapere – ad esempio – che il vaccino Moderna «può causare reazioni avverse» tra cui eventi «rari» come la «paralisi facciale» e «molto rari» come «reazione allergica grave».
È un’informazione che ho trovato per caso, stampando la mia prenotazione vaccinale con il modulo di consenso, che però non appare sullo schermo del computer e salta fuori solo al momento della stampa. Naturalmente la stessa cosa accade quando viene stampata una prenotazione fatta per un vaccino Pfizer.
E allora sorgono tante domande. Come mai non se ne parla? Perché nessun giornalista si è preso la briga di leggere i moduli di consenso allegati (per legge) a tutti i vaccini? Perché i media hanno alimentato la narrativa che vaccinarsi equivaleva più o meno a prendere un’aspirina, quando si sa che tutti i farmaci – compresa l’aspirina – possono provocare gravi effetti indesiderati e persino la morte?
Ecco la colossale confusione di informazioni attorno al Covid. Alimentate dall’assenza di qualsiasi controllo da parte dei media che si limitano a riportare i comunicati stampa e dichiarazioni ufficiali, spesso senza nemmeno prendersi la briga di un commento. Come è successo con l’Ema che, invece di decidere sul rischio di AstraZeneca, ha preferito lavarsene le mani.