Ai tanti che si candidano per il CdA della RAI, suggerirei, una volta nominati, di recarsi ogni tanto nel centro di produzione RAI di Saxa Rubra: di diventare “mosche”, e osservare con attenzione come lavorano (come sono costretti a lavorare quelli che lavorano) le centinaia di persone che sono chiamate ad “amministrare”.
Nella mia non breve permanenza in RAI (diciamo una trentina d’anni) ho sempre e solo visto rarissimi “consiglieri” che raramente si recavano nella stanza dei direttori, vi si chiudevano, e poi “arrivederci”. La stessa cosa vale per chi fa parte della Commissione Parlamentare di Vigilanza.
Una sola volta un direttore generale (responsabile di non pochi danni all’azienda), ha partecipato a una riunione di redazione, e chiesto che tipo di problemi si aveva allora. Lo invitai, per rendersene conto, a trascorrere una settimana con noi, e vedere con i suoi occhi. Mai più visto, se non attraverso gli schermi della TV: quando c‘era da mandare in onda un’intervista “marchetta” che celebrava una qualche sua “impresa”, o pubblicazione.