Benvenuti in Sardegna. Unica regione italiana dove tutti quelli che arrivano “sono tenuti a registrarsi” prima dell’imbarco, anche se l’Italia si va ormai tutta colorando di bianco. Bisogna farlo tramite un modulo online rintracciabile su “Sardegna sicura”. Compilazione obbligatoria, visto che si tratta di un’ordinanza del governatore Solinas, reiterata ogni 15 giorni.
Inutile osservare che l’autocertificazione regionale è un duplicato di quella che tutti i passeggeri diretti all’isola fanno sui siti delle compagnie aeree e di navigazione prima di comprare il biglietto. Inutile osservare che – in ogni caso – la compilazione del modulo regionale non è proprio agevole. Inutile osservare che se non lo compili non puoi imbarcarti, ma che poi all’arrivo spesso nessuno lo controlla.
Prima di tutto la sicurezza, continua a ripetere il governatore Christian Solinas. E questa è stata la sua linea fin dall’inizio della pandemia, quando ha cercato d’imporre il “certificato sanitario” a tutti quelli che arrivavano nell’isola. Non se ne fece nulla, anche perché nessuno fu in grado di spiegare bene in che cosa consistesse. Poi, l’estate scorsa, esplose il caso del Billionaire e del record d’infettati in Costa Smeralda, dove, con buona pace del “passaporto sanitario”, non esisteva un’ordinanza per imporre la chiusura dei locali pubblici.
E così piovvero le disdette e la stagione turistica sarda andò a farsi benedire. Seguirono le interviste e le dichiarazioni contro gli “untori” che venivano da fuori a infettare il “popolo sardo” che fino a quel momento non era stato sfiorato dal Coronavirus. Fu allora che cominciarono le ordinanze con l’obbligo dell’autocertificazione su “Sardegna sicura”.
Peccato che intanto alle parole non seguivano i fatti. Le vaccinazioni non decollarono e, ancora adesso, basta consultare il sito del governo sull’andamento del piano vaccinale per scoprire che l’Isola continua a essere sotto la media nazionale in tutte le fasce di popolazione.
Eppure Solinas ha appena annunciato “Sicuri di sognare”, uno spot milionario sui media nazionali e internazionali per rilanciare il turismo sardo nella stagione appena iniziata. «Un progetto integrato» ha detto il governatore presentando l’iniziativa. E ancora: «Abbiamo dato vita a una idea che non fosse fine a se stessa». Parole che ancora una volta non vengono sostenute dai fatti.
Perché nulla è stato fatto per migliorare i servizi pubblici che da sempre rappresentano il tallone d’Achille della regione allontanando tanti turisti. Se, per esempio, arrivi adesso all’aeroporto di Alghero, non trovi un cartello con una qualsiasi indicazione sull’autobus regionale che porta in città. Poi, quando esci sul piazzale e finalmente trovi la navetta, scopri che a bordo non fanno il biglietto.
Se vuoi salire devi rientrare in aeroporto e comprare il ticket in edicola. Ma non sempre ci sono. Peggio ancora se devi raggiungere l’aerostazione dal centro cittadino. Il gabbiotto per i biglietti, che si trova di fronte al parcheggio degli autobus regionali, è chiuso da mesi. Abbandonato. Naturalmente è sparito anche il cartello con gli orari delle partenze. Benvenuti in Sardegna.