Eutanasia? Firme
per il referendum

Ci si muove lentamente nel nostro paese, troppo lentamente: sebbene la Costituzione riconosca che nessuno può essere obbligato ad alcun trattamento sanitario contro la propria volontà e che la libertà personale è inviolabile, la proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia depositata nel 2013 in Parlamento attende ancora di essere discussa. Per cercare di porre fine a questo stallo, sarà attiva fino 30 settembre 2021 la raccolta firme per indire un referendum che darebbe la parola ai cittadini sull’eutanasia. L’iniziativa si svolge nell’ambito di Eutanasia Legale, la campagna promossa da Associazione Luca Coscioni che ha come obiettivo quello di promuovere una normativa chiara sulle decisioni riguardanti il fine vita.

eutanasia, Marco Cappato

Marco Cappato, foto da https://www.flickr.com/photos/62585343@N00/9736475906/

Certo, dei passi avanti sono stati fatti nel corso di questi anni, soprattutto grazie alle decisioni della Corte Costituzionale in merito alle disobbedienze civili di Marco Cappato. Ancora oggi però sono troppe le persone che non hanno la possibilità di scegliere fino a che punto sostenere la propria condizione. «In questo momento in Italia ci troviamo in una situazione di empasse: la Corte Costituzionale è intervenuta in materia di suicidio assistito e ha fornito delle linee guida a riguardo, ma non basta – spiega Lucilla Bason, avvocato penalista patrocinante in Cassazione – in pratica se una persona aiuta un’altra a suicidarsi (ovviamente in presenza di determinate condizioni quali malattia irreversibile che cagiona grave sofferenza) c’è la possibilità che si profili un comportamento giuridicamente lecito. Ma se una persona non può procurarsi da sola la morte la situazione cambia radicalmente!».

In altre parole: ad oggi se si prepara una siringa contenente sostanze in grado di dare la morte e la si porge ad una persona in grado di praticarsi da sola l’iniezione, non si viene perseguiti penalmente se in presenza di determinate condizioni. Ma se l’iniezione viene praticata da una persona diversa dal malato (perché, ad esempio, la persona che viene assistita è paralizzata) ecco che per chi ha materialmente provocato la morte scatta il reato.

dj Fabo

«Il quesito referendario si pone l’obiettivo di introdurre l’eutanasia legale tramite l’abrogazione parziale dell’art. 579 c.p. che punisce l’omicidio del consenziente – continua Bason – in questo modo verrebbe finalmente introdotto appieno anche nel nostro Paese il diritto all’aiuto medico alla morte volontaria. La proposta di legge a firma popolare presentata dall’Associazione Luca Coscioni giace in Parlamento ormai da tantissimi anni. Il Referendum è l’unico strumento che abbiamo per stimolare il legislatore ad equiparare eutanasia e suicidio assistito». Solo con un Referendum insomma si potrebbe delineare una tutela per chi aiuta le persone che autonomamente non possono porre termine alle proprie sofferenze, anche da un punto di vista economico. «Ci sono paesi stranieri che riconoscono il diritto all’eutanasia, ma solamente la Svizzera lo riconosce ai non residenti. In ogni caso, per le famiglie è spesso impensabile andare all’estero per alleviare le sofferenze di un proprio caro: il trasporto di persone così gravemente malate ha dei costi altissimi ed è estremamente complicato da organizzare» chiarisce.

eutanasia, Beppino Englaro

Beppino Englaro

L’obiettivo di Eutanasia Legale è quello di arrivare a raccogliere 500mila firme, necessarie per l’indizione del Referendum. «Secondo me si tratta di una battaglia di civiltà, si tratta di dare una scelta – conclude l’avvocato Bason – riconoscere un diritto, non significa imporre l’eutanasia indiscriminatamente. I casi come quello dei signori Englaro, di Welby, di dj Fabo, e purtroppo anche esperienze personali, mi hanno avvicinato molto a queste tematiche, per questo motivo ho deciso di aderire alla campagna e validare le firme a favore del Referendum nel mio studio. È una possibilità che hanno tutti gli studi di avvocati (anche se l’Ordine degli Avvocati non ha pubblicizzato molto la cosa, pensi che io l’ho scoperto su Facebook!) e che affianca il lavoro incessante dei volontari che in questi giorni si trovano ai Tavoli sparsi in tutta Italia».