Due Leghe diverse: Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Il primo alcune volte appoggia con entusiasmo Draghi, altre volte no. Anzi, spesso arriva a minacciare uno “strappo” su “battaglie identitarie” come i migranti e il Green pass anti Covid. Il segretario del Carroccio sui migranti ha perfino lanciato un ultimatum: «Entro agosto il problema degli sbarchi va risolto» altrimenti sostenere il governo con «questi numeri di sbarchi sarebbe un problema per noi della Lega».
Ben altra musica suona Giorgetti. Il ministro dello Sviluppo economico e vice segretario del Carroccio ha ribattuto sui migranti: «Se la Lega lasciasse questo governo avremo l’invasione senza alcuna regola. Siamo lì a garantire che non avvenga».
Due Leghe in campo. Refoli di crisi di governo da Salvini e appassionato appoggio a Draghi da Giorgetti. Non a caso i giornali parlano di forti contrasti tra il numero uno e il numero due del Carroccio. All’hotel Miami di Milano Marittima, sede della Festa della Lega, hanno avuto un colloquio riservato di 40 minuti. Salvini alla fine ha assicurato ai giornalisti la compattezza della Lega: «Non c’è bisogno di nessun patto. Non c’è niente da chiarire. Abbiamo pianificato il lavoro tra Green pass, pensioni, lavoro e Mps». Anche Giorgetti ha negato contrasti. Però ha rimesso nelle mani del Capitano la sua ricandidatura alla Camera: «Se Salvini mi dirà di candidarmi lo farò, sennò no».
Qualche anno fa il segretario della Lega usava bellicosi toni sovranisti, chiedeva l’uscita dell’Italia
dall’euro, attaccava Draghi allora presidente della Banca centrale europea. Adesso cerca e sigla intese con Viktor Orban, Marine Le Pen e gli altri leader delle destre sovraniste europee. Invece Giorgetti da sempre è un estimatore di Draghi ed è un conservatore con i piedi ben piantati nell’Unione europea. Cerca e intesse un dialogo con il Partito popolare europeo e, in particolare, con la Cdu di Angela Merkel. È stato tra i primi a proporre l’ex timoniere della Bce come presidente del Consiglio quando traballava il governo Conte due. Non ha usato mezze misure. Ha motivato la scelta anche con metafore calcistiche: «Draghi è un fuoriclasse, come Cristiano Ronaldo, non può stare in panchina».
Due Leghe diverse si fronteggiano. Salvini interpreta la Lega populista, le paure dei vaccini per i possibili effetti negativi, i timori verso gli immigrati. Giorgetti rappresenta la Lega riformista, di governo, attenta alle richieste dei ceti produttivi del Nord per far ripartire l’economia.