A Roma deboli i partiti e ancora più deboli i due candidati che potrebbero andare al ballottaggio: Enrico Michetti e Roberto Gualtieri. Secondo un sondaggio svolto da YouTrend per il gruppo editoriale Gedi, se le elezioni si svolgessero oggi, gli elettori romani assegnerebbero il primo posto a Michetti (Fratelli d’Italia) con il 31 per cento, e il secondo a Gualtieri (Pd) con il 27. I due andrebbero però al ballottaggio, con una percentuale inferiore a quella delle liste che li sostengono.
Michetti sarebbe sei punti sotto la lista formata da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Gualtieri 2 punti e mezzo meno della sua. Scarto che diventa di 5 punti se si considerano solo i voti del Pd.
È come se un programma televisivo avesse un numero di spettatori inferiore alla media della rete in quella fascia oraria. Solo che in tal caso il programma verrebbe immediatamente cancellato.
Che Michetti e Gualtieri avessero uno share basso era noto. Che però a tre settimane dal primo turno per il Campidoglio fossero così giù la dice lunga sullo stato di salute dei partiti e dei loro gruppi dirigenti.
Ma il ritardo con cui sono stati messi in campo già rappresentava un segnale della crisi che investe sia il centrodestra che il centrosinistra. Michetti, sconosciuto candidato “civico” voluto da Giorgia Meloni dopo un lungo braccio di ferro all’interno del centrodestra, in campagna elettorale si è finora segnalato soprattutto per le sue gaffe. Roberto Gualtieri, deputato dem ed ex ministro dell’Economia nel governo giallorosso, lascia tiepidi anche molti elettori del Pd. Eppure adesso deve cercare di convincere a votarlo un’autentica massa di indecisi (44 per cento).
Ad ogni modo, se arrivasse al secondo turno, secondo il tutti i sondaggi, dovrebbe vincere. Ma solo perché al ballottaggio se la vedrebbe con Michetti, o, meglio, come lo hanno perfidamente definito, “Michetti chi?”.