Con buona pace di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini (e di quanti la pensano come loro) non si riesce a condividere i furori e le accuse di inadeguatezza e di incapacità che si muovono nei confronti di Luciana Lamorgese, che si vorrebbe rimuovere da ministro dell’Interno.
Assai più mi sembra inquietante quello che scrive Paolo Russo su La Stampa: «L’ultimo rilevamento preciso risale a metà settembre, ma calcolando un aumento di circa il 10 per cento dei vaccinati a partire da quella data, senza antidoto sarebbero ancora circa 20 mila carabinieri su 81mila. Se gli uomini dell’Arma sembrano i più recalcitranti a mostrare il braccio, di resistenti al vaccino ce ne sono comunque mica pochi anche tra i poliziotti: 14 mila su 98mila. Va leggermente meglio tra i finanzieri, dove a non aver assunto nemmeno la prima dose sono in cinquemila su 58mila divise grigie…Questo perché le forze dell’ordine finirono all’inizio della campagna tra le categorie da vaccinare in via prioritaria per essere poi depennate anche da questa lista. Senza che nessuno provasse nemmeno a includerli, insieme ai sanitari, tra chi il vaccino deve farlo obbligatoriamente. Forse perché già allora qualcuno temeva defezioni difficili poi da gestire».
Sapere che c’è un letterale esercito di persone che veglia sulla mia incolumità e non si preoccupa minimamente di sottoporsi alla misura minima del vaccino; e se poi si pensa ai medici e al personale sanitario che coltiva analoghe “opinioni”, e addirittura rilascia certificati farlocchi, ecco che uno diventa preda di pensieri che definire foschi è un eufemismo. Per non parlare dell’incomprensibile protesta di portuali e autotrasportatori.
È su questo che si vorrebbe sentire una parola dai Meloni e dai Salvini (non solo da loro, ovviamente). Altro che il bla-bla di queste ore. Ma forse questo è l’ultimo (in ordine di tempo) “raccolto” per aver ridotto la scuola italiana come attualmente è.