Elezioni amministrative,
Ko romano della Meloni

Si è trasformata in una corsa a perdere la gara tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini per la leadership del centrodestra. Una debacle per entrambi. Ma con una differenza sostanziale. Per il segretario della Lega, che in vista delle amministrative si divideva tra opposizione e governo, la strada si presentava difficile già in partenza.

Leadership del centrodestra, Il Colosseo

Il Colosseo

Mentre per la numero uno di Fratelli d’Italia, che da quando si era ritrovata con il monopolio dell’opposizione al governo Draghi continuava a crescere nei sondaggi, la botta presa a Roma dal suo candidato ha assunto le dimensioni di un imprevisto Ko tecnico. Con Michetti staccato di ben 20 punti nel ballottaggio che lo contrapponeva a Gualtieri, e il centrodestra battuto in tutti e 14 i municipi della capitale in cui era arrivato al secondo turno.

Visto e considerato che la romanissima leader di Fratelli d’Italia aveva voluto a tutti i costi candidare Michetti, questo significa che adesso è diventata la grande sconfitta delle elezioni. Naturalmente l’interessata cerca di minimizzare. Dice che la sconfitta c’è stata, ma che non si può parlare di debacle, perché prima del voto «il centrodestra governava 35 città e adesso ne governa 33».  

Sul piano personale, Meloni ritiene di essere stata poi vittima di una «campagna di odio» orchestrata dalla sinistra che ha «criminalizzato» Fratelli d’Italia per «creare un mostro». E questo avrebbe «allontanato molti elettori di centrodestra», stufi di sentir parlare di fascismo e antifascismo invece che dei problemi concreti della loro città.

Leadership del centrodestra, Giorgia Meloni

Giorgia Meloni

E il candidato sbagliato? Il tribuno di RadioRadio sconosciuto alla maggior parte dei romani, ma soprattutto chiaramente inadeguato al ruolo di sindaco? Meloni prova a difendersi anche qui: «Il profilo di Michetti non ha inciso più di tanto, perché altrove il risultato per il centrodestra è stato più o meno lo stesso». Il riferimento è a Damilano, candidato dalla Lega a Torino. Ma alla fine, rispondendo alla domanda di un giornalista, la leader di Fratelli d’Italia ammette che quello dei candidati civici è stato un errore e che «la prossima volta bisognerà partire da profili politici».  

Secondo Matteo Salvini, l’altro grande sconfitto del centrodestra, la botta presa alle amministrative si spiega soprattutto «con la pandemia, che ha cambiato tutto…». 

Leadership del centrodestra, Matteo Salvini

Matteo Salvini

Sembra un’autocritica, vista la sua campagna elettorale contro vaccini e green pass. Una serie di continui strappi con il governo Draghi, giusto per non lasciare il monopolio dell’opposizione alla Meloni che, ovviamente, rispondeva subito a giro sottolineando l’ambiguità della Lega che continuava a stare dentro la maggioranza.  

Insomma, una battaglia per la guida del centrodestra. Solo che si trattava di una lotta basata su dati virtuali, quelli dei sondaggi elettorali. Perché poi, quando dalle intenzioni si è passati al voto, quello vero, complice un record di astensioni, Meloni e Salvini sono finiti tutti e due al tappeto.

E così alla fine il solo esponente di centrodestra che ha vinto il ballottaggio in una città capoluogo, è stato un uomo di centro, una vecchia conoscenza di Forza Italia: quel Roberto Dipiazza, che il sindaco di Trieste lo ha già fatto 20 anni fa. Proprio all’inizio dell’epoca d’oro di Silvio Berlusconi a Palazzo Chigi.