Dovremo farci l’abitudine: fino all’elezione del prossimo presidente della Repubblica, cioè fino a febbraio, giornali e telegiornali saranno pieni di bufale sul Quirinale. Quattro mesi di fake news, alimentate da “indiscrezioni” interessate. Molte redazioni e molti direttori si presteranno, e i notiziari verranno invasi da “retroscena” sulla corsa per la successione di Mattarella.
D’altra parte, passate le elezioni amministrative, il totopresidente ha subito guadagnato le prime pagine. Il 22 ottobre, è bastata l’assoluzione di Berlusconi a Siena (in un filone minore del processo Ruby ter), per aprire i notiziari con titoli fotocopia, tipo: “Silvio assolto, ora punta al Quirinale”. Mentre Salvini, appena uscito dal vertice del centrodestra con il Cavaliere redivivo, sembrava confermare: «Se si candida, lo appoggeremo».
Si potrebbe osservare che l’immagine di un Berlusconi in corsa per il Quirinale con l’appoggio di tutto il centrodestra serviva a dare un’idea rassicurante della coalizione appena uscita a pezzi dalle amministrative.
Resta il fatto incredibile che giornali e telegiornali dessero come possibile l’ascesa di Berlusconi al Quirinale. Quando nemmeno il voto compatto del centrodestra, compresi tutti i parlamentari della Lega, e soprattutto di Fratelli d’Italia, basterebbe a garantirne l’elezione.
E poi, non stiamo parlando di un uomo politico qualsiasi, ma di un controverso candidato di 85 anni, in condizioni di salute non proprio floride, con grandi problemi giudiziari ancora da risolvere (vedi processo Ruby ter a Milano).
Allora come è possibile fingere di credere nella favola del Cavaliere al Quirinale? Come è possibile pensare seriamente che possa essere lui il successore di Mattarella? Infatti, non è possibile.
Poi non lamentiamoci se tanti, troppi italiani, non vanno più a votare e non leggono più i giornali. Il problema è il crollo della fiducia che nasce – appunto – dalla perdita di credibilità di un sistema politico-mediatico malato che ormai non riesce a fermarsi nemmeno di fronte al ridicolo.