Il Portogallo va alle elezioni anticipate. Il braccio di ferro tra il governo socialista (di minoranza) e i partiti (alla sua sinistra) che lo sostenevano in Parlamento è finito male. Con la bocciatura in aula del Bilancio previsionale dello Stato per il 2022.
Dopo una settimana di trattative per trovare un compromesso sulle richieste del Partito Comunista e del “Bloco de Esquerda”, il premier Antonio Costa ha deciso che era arrivato il momento di rischiare il tutto per tutto. Si è fatto bocciare il Bilancio in Parlamento, puntando sull’immediato ritorno alle urne. Quasi certamente a febbraio. Una volta sciolto il Parlamento, toccherà al Presidente della Repubblica fissare la data.
Anche se non si è trattato propriamente di un fulmine a ciel sereno, fino a metà ottobre crisi di governo e voto anticipato venivano considerati eventi improbabili dalla maggior parte dei commentatori politici portoghesi. Ma adesso si può dire che tutto era cominciato con le elezioni amministrative di fine settembre. Con la dura sconfitta del “Bloco de Esquerda” e con un altro arretramento del Partito Comunista.
A quel punto era già chiaro che, per evitare l’estinzione, i due partiti dovevano cercare di tornare subito al centro della scena politica per recuperare il loro elettorato. Il modo migliore era quello di tentare di imporre al premier socialista consistenti misure a favore dei ceti popolari a redditi più bassi.
E così, appena il governo ha messo a punto il Bilancio statale per il prossimo anno, PCP e BE hanno avviato una dura trattativa per portare a casa un aumento del salario minimo, la gratuità degli asili, incentivi per le classi meno abbienti, eccetera. Ma dopo una settimana di tira e molla è stato il premier, che è anche segretario del Partito Socialista Portoghese, a sostenere che si trattava di misure insostenibili e a far saltare il banco. Poi è andato in Parlamento per sostenere, in diretta televisiva a reti unificate, subito la bocciatura dell’esecutivo, che «su 8 proposte di modifica presentate dalla sinistra, ben 7 non avevano nulla a che fare con il Bilancio dello Stato».
È stato l’inizio della campagna elettorale per le elezioni anticipate, dove Costa cercherà di conquistare quella maggioranza assoluta che renderebbe autosufficiente il Partito Socialista. Per centrare l’obiettivo, adesso deve tentare di dare il colpo di grazia ai partiti alla sua sinistra, agitando lo spettro della loro intransigenza. Una “irresponsabilità” che, portando alla bocciatura del Bilancio dello Stato 2022, ha cancellato anche «i 113 milioni di euro di aiuti» che il governo socialista aveva «previsto per le famiglie portoghesi».