Le accuse di “elezioni rubate” e di “brogli elettorali” «sono bugie» insidiose. Hanno messo in pericolo la democrazia americana. Joe Biden, dopo un anno di attesa, è passato al contrattacco contro Trump. La posta sono le elezioni parlamentari di medio termine a novembre e quelle presidenziali del 2024.
Il presidente degli Stati Uniti ha organizzato la riscossa in modo deciso e solenne: ha parlato al Congresso lo scorso 6 gennaio, esattamente un anno dopo l’incredibile assalto di migliaia di estremisti trumpiani. Il presidente democratico è stato durissimo verso il predecessore repubblicano ma non ha mai pronunciato il suo nome. Le accuse sono pesantissime: l’ex inquilino della Casa Bianca il 6 gennaio 2021 «cercò di sovvertire la Costituzione e il voto», c’è stata «una insurrezione armata, di persone che volevano sovvertire il risultato delle elezioni».
Il 6 gennaio 2021 il Parlamento statunitense si doveva riunire per proclamare Biden nuovo presidente, ma i discorsi infuocati di Trump sulle “elezioni rubate” causarono la marcia su Washington e l’invasione violenta del Congresso. Provocò 5 morti. Per alcune ore il Parlamento fu occupato, paralizzato, devastato. Biden solo dopo lo sgombro fu proclamato nuovo presidente per la vittoria elettorale su Trump.
Biden si è posto come il campione della democrazia contro «uomini forti, dittatori, autocrati». Ha assicurato: «Non permetterò a nessuno di mettere il coltello alla gola della democrazia». Non ha accusato l’ex presidente repubblicano di aver tentato un colpo di Stato, ma poco ci è mancato.
Trump non ha fatto marcia indietro sulle “elezioni rubate”. Ha replicato immediatamente: Biden ha allestito un «teatrino politico» per «mascherare i suoi fallimenti». Il miliardario repubblicano conta sugli scarsi risultati del suo successore alla Casa Bianca: la caotica ritirata americana dall’Afghanistan, la difficile competizione con la Cina per la leadership mondiale, la nuova “guerra fredda” con la Russia, il contrastato confronto con l’Iran sui suoi impianti nucleari, la sconvolgente diffusione del Covid negli Usa.
Biden ha cercato di riunificare l’America ma non c’è riuscito. Ha tentato di recuperare il consenso del ceto medio bianco devastato dalla crisi economica (e catturato da Trump) mediante un piano massiccio d’investimenti in opere pubbliche e in infrastrutture ad alto tasso d’occupazione. Ha cercato di galvanizzare i suoi elettori progressisti e delle minoranze etniche insistendo sui diritti civili e sociali (ha dato un ruolo importante alla sua vice nera Kamala Harris) e su un piano di riconversione verde dell’economica.
Le “elezioni rubate”, però, continuano a far presa nell’opinione pubblica conservatrice e centrista. Secondo i sondaggi il 58% degli americani riterrebbe che l’elezione di Biden non sia stata legittima. Il 72% scagionerebbe Trump dalle responsabilità per l’assalto al Congresso, l’80% definirebbe lo sfondamento delle porte del Parlamento una protesta.
L’America è rimasta divisa tra due papi: il papa Biden insediato nella Casa Bianca a Washington e l’anti papa Trump residente nella sua lussuosa villa a Mar a Lago, a Palm Beach in Florida. Il papa in difficoltà vuole governare. L’anti papa cerca la rivincita.