“Presidente super partes”, “Presidente di garanzia”, “Un capo di Stato di alto profilo”. A poche ore dall’inizio delle votazioni, la corsa per il Quirinale domina le prime pagine dei giornali. Come è ovvio. Quello che appare meno ovvio è il fatto che le aperture di tanti quotidiani siano così scontate.
Si può immaginare un presidente della Repubblica che non sia di “alto profilo”, di “garanzia” o “super partes”? Naturalmente no. Eppure, l’informazione nazionale sembra ignorarlo, fino a raggiungere vette di assoluta stupidità con pezzi titolati: “No alle schede segnate” oppure “Voti contro nel segreto dell’urne”…
Uno spettacolo tanto deprimente spiega meglio di tante analisi la crisi dei giornali italiani. Facendo in parte anche giustizia della tesi secondo cui a rendere obsoleta la carta stampata è stata l’informazione che circola su Internet, abbondante e gratuita.
Verità parziale, perché a questo punto resterebbe da capire il perché del mancato decollo delle vendite dei quotidiani online. Insomma, il supporto non basta a spiegare l’attuale catastrofe dei giornali.
Il vero problema è che in genere sono brutti, ripetitivi, scontati. E se vendono sempre meno, accade perché non aggiungono nulla di nuovo al flusso delle “notizie” dei tg, che a loro volta non vanno mai oltre i confini segnati dagli uffici stampa. E così alla fine se i giornali vendono sempre meno è soprattutto perché sono tanto noiosi da morire.