Bianchi, Dadone, Franceschini:
ricordate Mario Lodi?

Lo ricorderanno, il prossimo 17 febbraio, per l’inizio “ufficiale” di Mani Pulite (arresto di Mario Chiesa), con tutto quello che ne è seguito. È bene ricordare, anche se di quel “ricordo” chissà quanta tara si dovrà fare, e quanto si eviterà di rammemorare.Mario Lodi, Corsivo

C’è però anche un altro 17 febbraio di cui sarebbe bello e giusto non smarrire memoria (ci avranno pensato i ministri dell’Istruzione, Patrizio Bianchi; della Cultura, Dario Franceschini; delle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone?): cento anni fa a Piadena, nasceva Mario Lodi.

Dice nulla questo nome? Pedagogista, maestro di scuola, si inserisce a pieno titolo in quel filone innovativo, “rivoluzionario”, che parte con Maria Montessori, e poi si dipana fino all’indimenticabile Alberto Manzi, quello di “Non è mai troppo tardi”.

In tanti gli devono tanto, a Mario Lodi. Basterebbe, quel giorno, invitare a sfogliare qualche pagina di “Cipì”, de “Il paese sbagliato”, o “Storia di un ergastolano”. Piccola cosa, ma sarebbe importante.

È a persone come Lodi (e ancora nella scuola italiana ce ne sono come lui), se non tutto è perduto, se non tutto si perde.