Sulla vittoria, indubitabile, di Orbàn, val la pena di fare qualche riflessione. Meloni, Salvini e Berlusconi hanno espresso la loro soddisfazione. Non l’avessero fatto non sarebbero Meloni, Salvini e Berlusconi. Invece lo sono. Coerenti e contenti. Una spiacevole conferma di quello che sono e vogliono continuare a essere.
Ancora: fin a qualche minuto prima dello spoglio delle schede si è dipinto un Orbàn pericolante, che rischiava di brutto; con un’opposizione che lo tallonava, gli stava con il fiato sul collo. E poi… È di tutta evidenza che si sono seguiti i fatti ungheresi con superficialità, ignoranza, supponenza. Del resto, un telegiornale nazionale del servizio pubblico, per parlare di Budapest, si è collegato con il corrispondente a Berlino!
Televisioni e giornali, con rarissime eccezioni, hanno fatto la solita figura: di cacca, per usare un termine educato. Quello che accade al di fuori dei confini nazionali, per tradizione, interessa poco; quando lo si fa, lo fanno da incompetenti. Al pari di certi cronisti giudiziari: ascoltano riverenti il Pubblico Ministero; disertano sistematicamente le udienze del processo; poi restano di sasso se il verdetto non corrisponde ai loro desideri e aspettative. Avessero studiato il processo, seguito il dibattimento, si sarebbero risparmiati stupore e sorpresa; e ci avrebbero consegnato cronache puntuali e non teoremi fondati su sabbia.
Vale per gli Esteri: si dovrebbe andare sul posto; respirarne “l’aria”; magari perfino studiare la storia e i costumi del Paese; ma certo: è un lavoro. Di più: una fatica. Sarà per questo che gli inviati di esteri che meritano questa qualifica si contano nelle dita delle mani?
Per tornare a Meloni, Salvini e Berlusconi. Orbàn a seggi chiusi dichiara: «Abbiamo vinto contro tutti. Questa nostra quarta vittoria è la più importante, perché abbiamo conquistato il potere contro un’opposizione che si era alleata, si sono alleati tutti e noi abbiamo vinto contro tutti». Orbàn, riporta il Guardian, poi parla dei suoi “avversari», include nell’elenco il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, i «burocrati a Bruxelles», «l’impero Soros», i «media internazionali».
Cari Meloni, Salvini, Berlusconi, questo è l’uomo con cui vi siete complimentati: uno che nonostante quello che ha fatto e fa, ancora guarda a Putin come modello. Si, siete Meloni, Salvini, Berlusconi, e seguite la vostra natura. Sta a noi non dimenticare quello che siete e avete deciso di essere.