I rimandi iniziano già dal titolo. Rosso Romano fa pensare subito a Rosso Fiorentino, il pittore manierista del Quattrocento toscano. Oppure al tenebroso scarlatto del cosiddetto rosso veneziano. Non si fa in tempo a chiedersi come sarà mai questo rosso romano che restiamo attratti dai vicoli senza età
della Roma magistralmente ritratta nella copertina di questo giallo, copertina nella quale si intuiscono le curve del Pantheon, colonne romane e palazzi cinquecenteschi. Questa opera di Nicoletta Latteri – archeologa e blogger – è un giallo che i suoi ritmi li dichiara subito con le prime sorprese che ci colgono quando ancora non abbiamo finito di sfogliare la prima pagina per immergerci nella seconda.
Della storia quindi non possiamo dire nulla, ma proprio nulla, per non rovinare il gusto di lasciarsi sorprendere. Bastano le quinte teatrali di questo libro per darci spunti di cui scrivere. La curiosità suscitata dal titolo ci si disvela subito: il rosso romano è quello del sangue, sangue della passione, sangue di amori forti, sangue di ammazzamenti che lasciano una lunga scia rossa fino all’ultima pagina.
Il primo rimando del titolo è dunque a un artista, ma è solo un’illusione perché di arte si parla tanto in queste pagine, ma soprattutto si tratta di dipinti che vanno dal Seicento barocco post caravaggesco al Settecento veneziano. Si tratta di tele da intenditori, le cui tracce vanno trovate e seguite in controluce a partire da crostacce senza alcun valore.
Fra tante tele di valore non c’è nemmeno un raggio di luce di Caravaggio; eppure del più romano dei lombardi troviamo in questo libro ogni angolo che ha calpestato nell’urbe, a iniziare dalla abitazione in vicolo del Divino Amore. Per una strana coincidenza proprio nell’inverno scorso la facciata di casa Caravaggio è stata restaurata e coperta da una impalcatura. Cosa c’entra? Questo proprio non posso dirlo ma vedrete che un suo interesse la notazione ce l’ha. Poi gireremo in vicolo di san Biagio per arrivare all’angolo di via della Lupa dov’è ancora una trattoria con l’ingresso nascosto da rampicanti sempreverdi, la stessa trattoria nella quale Caravaggio era uso desinare. Tornando in via dei Prefetti dovremo far mente locale per ricordare queste strade che rifaremo di corsa in lungo e in largo per star dietro ai personaggi creati dalla fervida fantasia di Nicoletta Latteri.
Vediamo però di non fossilizzarci sul cuore di Roma: ce n’è anche per chi ama la campagna e la montagna. Sfogliando Rosso Romano, pagina dopo pagina, non solo gireremo per la campagna romana delle Cronache italiane di Stendhal ma saliremo sui boscosi monti abruzzesi popolati da lupi e orsi (ebbene sì, l’autrice non ci risparmia nulla di tutto ciò che può avere un sapore avvincente) o andremo a scovare cunicoli nei più aridi terreni etruschi del Lazio settentrionale.
E chi sono i protagonisti del giallo? Parlando d’arte avremo a che fare con collezionisti, restauratori e mercanti. Poi tutto ciò che uno si aspetta in un ambiente romano: assassini, malavita serba e malavita romana, delinquenti prezzolati e ladri gentiluomini.
Più una spruzzatina di ogni ordine e grado di ecclesiastici: da uomini santi a cardinali e monsignori che di santità non hanno proprio nulla, per finire a fraticelli gelosi delle peculiarità del proprio ordine. Bisognerà prepararsi a dibattiti di teologia e sulle particolarità delle pistole in ceramica, senza trascurare la vista di tramonti mozzafiato dalle terrazze romane. Perché questa è la città della Grande Bellezza. E anche Rosso Romano non sfugge alla tentazione di apparire come una sceneggiatura già pronta per l’eterno film di Roma.