Un giorno di 65 milioni di anni fa, mentre il sole saliva in cielo, strappando la Terra agli incubi della notte e predisponendola a quelli del giorno, una tragica svolta si preparava. C’era un pacco in arrivo, un asteroide di 10 chilometri di diametro o lunghezza — una specie di montagna grande come l’Everest —, che sfrecciava alla velocità di 20 chilometri al secondo (72.000 km/h).
Comparso si può dire dal nulla, il bolide “bucò” l’atmosfera terrestre e, seguendo una traiettoria obliqua da est, colpì il pianeta in un punto del Golfo del Messico non distante dalla costa, dove le acque erano basse. Il nome odierno di quella località è Chixculub e identifica un villaggio sulla costa settentrionale della penisola dello Yucatan, nella zona di Progreso, a nord-est di Merida, la capitale dello stato messicano dello Yucatan. La violenza stimata dell’impatto fu l’equivalente di quella scatenata dallo scoppio di 5 miliardi di bombe atomiche di Hiroshima, come dire decine di migliaia di volte l’intero arsenale di tutte le odierne potenze nucleari. Gli effetti furono così sconvolgenti che l’esistenza di una parte considerevole della flora e della fauna di tutto il mondo fu compromessa. Uno di essi, forse il più eclatante, fu la scomparsa dei dinosauri, i giganti che avevano dominato il mondo negli ultimi 165 milioni di anni.
In seguito la vita biologica riprese, sia pure con lentezza, tra la desolazione. Comparvero nuovi animali e piante, tra cui i mammiferi. L’estinzione dei grandi rettili aveva permesso che s’instaurassero alcune situazioni di vantaggio. I mammiferi seppero approfittarne, occupando la grande varietà di nicchie ecologiche lasciate libere, diffondendosi ovunque, diversificandosi moltissimo e specializzandosi. La diversificazione dei mammiferi portò alla comparsa di decine di ordini, di centinaia di generi e di migliaia di specie. Uno di quei generi è quello umano.
Insomma, l’Umanità, a sentire gli Evoluzionisti, dovrebbe la propria esistenza a un evento casuale, un imprevisto, quale la caduta di un asteroide sulla Terra. È ovvio che i Non Evoluzionisti, cioè i Creazionisti, non lo ammetteranno mai.
I pochi milioni di anni fa che ci separano dalla nascita del genere umano sono un battito di ciglia rispetto alla storia del mondo. Da allora, molti altri fenomeni casuali hanno influito sul cammino dell’Uomo, prima sul piano biologico, evolutivo, poi sul piano storico. Di recente, pensavo proprio a questo, a come alcuni grandi sviluppi storici fossero maturati a causa di un imprevisto. Proprio in quei giorni la Russia ha invaso militarmente l’Ucraina, senza farsi scrupolo di violare tutte le leggi e convenzioni che regolano i rapporti tra le popolazioni civili. Una premonizione?
La stampa d’informazione e i notiziari televisivi riferiscono che l’esercito russo avrebbe usato armi proibite, compiuto stragi di civili inermi, stupri, torture e saccheggi, causato lo sfollamento di milioni di persone, deportato popolazioni, disseminato il paese di mine, per potere fare del male anche dopo essersi ritirato. Dopo due mesi di guerra, riportano che la Russia avrebbe dichiarato di volere appropriarsi di ampie fette del territorio ucraino, quelle più ricche, e di volere espandersi anche nella Transnistria, e che non avrebbe escluso di scendere in guerra contro i Paesi Occidentali e di fare uso contro di essi anche della bomba atomica, se continueranno a sostenere la resistenza ucraina.
Temo che le cose si stiano mettendo davvero male, perché il mondo libero non si fa intimidire dai prepotenti e ha i mezzi per difendersi e contrattaccare efficacemente. Pertanto, è possibile che la III Guerra Mondiale sia alle porte, ed è bene prepararsi a questa evenienza, concettualmente e sul piano pratico. Ma non è su questo argomento che voglio soffermarmi, sebbene sia il più importante. Voglio sottolineare il peso che ha la casualità, l’imprevisto, nella storia del mondo e del genere umano.
Nessuno si aspettava una guerra in Europa, nessuno credeva alla possibilità che potesse scoppiare una nuova guerra mondiale, atomica. Non c’erano avvisaglie, mancavano i motivi. In Italia, la Russia non era vista come un nemico dell’Occidente, al contrario i rapporti erano buoni, reciprocamente vantaggiosi. In questa parte del mondo, ci eravamo persino disabituati all’idea della guerra, in controtendenza rispetto a chiunque dei nostri predecessori. Quale abbaglio!
In altre parti del mondo, invece, ci si preparava a scatenarla, la guerra, non per difendersi dal nemico, ma per ragioni imperialistiche (espansione territoriale), quelle che noi pensavamo non rientrassero più nella logica dei rapporti internazionali e fossero state perciò definitivamente archiviate. Pensavamo che il mondo globalizzato fosse votato a un futuro di pace e di benessere dopo avere sperimentato gli orrori delle sue guerre più tremende.
Non sapevamo, non potevano immaginare, che il Caso, un imprevisto, fosse in agguato.