Libri. Le donne
vincono la gravità

C’è chi ha sempre creduto nel valore delle donne. Mio nonno materno Pantaleo Sansone navigava controcorrente per la sua epoca. A parenti e amici con la speranza di un figlio maschio diceva: «Sarebbe la tua fortuna se fosse femmina!». Egli era stato fortunato: dal 1921 al 1942 aveva avuto 7 figli: 5 femmine e 2 maschi educati in un povero paesino del meridione d’Italia con affetto e severità.

Donne, Locandina di "Romanzo Familiare" e di "Le Maestre Invisibili"

Locandina di “Romanzo Familiare” e di “Le Maestre Invisibili”

Mio nonno, appena la terza elementare, divoratore di libri, conversazione brillante, per metà bracciante e metà commerciante, credeva nelle grandi capacità delle donne. Credeva nei diritti delle donne. Anna Kuliscioff, più volte incarcerata, proprio nei primi anni del 1900 si batté nel Psi con Filippo Turati per i diritti delle donne e dei minori. Le ingiustizie e i pregiudizi verso le donne sono duri da cancellare. Politica, cultura e cinema hanno fatto molto. Gli uomini non fecero una bella figura in «Speriamo che sia femmina», il celebre film del 1986 di Mario Monicelli.

In Italia e nel mondo privilegiati e sfruttati si dividono in tante categorie e sotto categorie. Le disuguaglianze sono di tutti i tipi: sociali, etniche, geografiche. L’alta borghesia (soprattutto quella delle rendite finanziarie ed immobiliari) si muove tra gli agi mentre i lavoratori precari faticano a trovare un tetto. Se poi i precari sono immigrati dai paesi poveri le discriminazioni possono degenerare nel razzismo e nello spaesamento culturale.

Gli abitanti del Nord ricco del pianeta consumano le risorse economiche ed ambientali anche dei residenti del Sud povero. Le libertà e i diritti della democrazia sono sempre di più limitate alle popolazioni dell’Europa e dell’America del nord mentre autocrazie e dittature fioriscono sempre di più in Asia e in Africa.

Donne, Adelaide Amendola

Adelaide Amendola

Poi c’è l’anomalia, tradizionalmente quasi data per scontata, delle donne cittadine di serie B rispetto agli uomini. Le donne: sempre con molti doveri e, spesso, con pochi diritti (anche nelle democrazie) o con quasi nessun diritto (nelle autocrazie). Adelaide Amendola parla delle donne in “Romanzo familiare” (Novecento Editore). Alessandro Erasmo Costa ne scrive in “Le Maestre invisibili” (Di Leandro Partners Società Editrice). I due libri sono presentati mercoledì 4 maggio a Roma (ore 18,30) nel Reale Circolo Canottieri Tevere Remo, Lungotevere dell’Acqua Acetosa n.16.

Gli scenari dei due volumi sono diversi: Adelaide Amendola racconta la storia familiare delle donne in un paese dell’Italia del sud. Alessandro Erasmo Costa invece rievoca vite e volti di donne conosciute nei suoi tanti viaggi di lavoro all’estero: nell’Europa dell’est, in Asia e in Africa. Sono vite difficili sia quelle delle donne del Mezzogiorno d’Italia sia quelle nelle nazioni ex comuniste e dei paesi in via di sviluppo. Sono donne duramente impegnate su molti fronti diversi: il lavoro, l’organizzazione della famiglia, l’allevamento dei figli, l’accudimento dei vecchi. I riconoscimenti, molte volte, sono minimi o nulli. E adesso la situazione è ancora più difficile con i drammi della guerra in Ucraina e del Covid. 

Donne, Alessandro Erasmo Costa

Alessandro Erasmo Costa

Ma le donne, e questo è il punto, rivelano una straordinaria forza fisica, spirituale e psicologica. Riescono a superare tutti gli ostacoli anche nei paesi nei quali non sono arrivate le conquiste di uguaglianza delle socialdemocrazie e dei movimenti di emancipazione femminili. Diventano protagoniste nel lavoro e nella famiglia. Conquistano un ruolo paritario con gli uomini.

La parità di genere avanza. Prima le donne in Italia non avevano accesso all’istruzione, adesso battono gli uomini all’università: si laureano più esse del cosiddetto sesso forte. Prima i figli portavano solo il cognome del padre: dal 27 aprile una sentenza della Corte costituzionale consente il doppio cognome dei due genitori.

Molte donne diventano i pilastri ai quali si appoggiano mariti, figli, nipoti e nonni. Il sesso debole diventa quello forte. Con determinazione e fatica spiccano il volo. Riescono a vincere la forza di gravità. Riescono a battere le consuetudini culturali che le relegavano in un ruolo faticoso, ingiusto, marginale di sottomissione rispetto all’uomo. L’uomo visto nobilmente come il “pater familias” o, più rozzamente, come il “padre padrone”.