Vuoto! Il supermercato Tuodì di piazza Pio XI a Roma è lugubremente vuoto! Tra gli scaffali non ci sono clienti. Più esattamente: nel grande supermercato girano solo quattro clienti: il vostro cronista, una signora e una coppia. Stop!
Cosa succede? Alla cassa un dipendente storico lavora con la mascherina sul viso perché il Coronavirus è sempre in agguato. È sconsolato: «Chiudono! Probabilmente chiudono a luglio, forse anche prima…Sono gli ultimi giorni di lavoro…». E poi? La risposta è ferale, pronunciata quasi sottovoce: «Licenziamento per me e per tutti! Licenziamenti collettivi. Ci sarà la Naspi, l’indennità di disoccupazione. Ma avremo solo una parte dello stipendio. Sarà decrescente e poi finirà».
Sembra incredibile. Il personale non verrà assorbito dalla nuova società interessata a comprare il supermercato? Scuote la testa: «Non c’è un acquirente. Noi, almeno, non lo sappiamo. Tuodì ha comunicato che chiude, non che vende. Certo è strano: questo è un supermercato storico del quartiere Aurelio. È una struttura grande, attrezzata. È in una piazza importante, vicino a San Pietro. È strano. Forse c’è un acquirente segreto, ma probabilmente vuole assumere altre persone, non noi! Eppure ci siamo prodigati anche nel durissimo periodo del Covid». I sindacati hanno ottenuto qualcosa? Interverrà il comune di Roma, la regione Lazio, il governo per trovare una soluzione? La risposta è sconsolata: «I sindacati hanno chiesto chiarezza e una nostra ricollocazione di lavoro.
Ma i risultati sono stati finora nulli. È una tragedia. Molti di noi hanno una età avanzata ma sono ancora lontani dalla pensione. Sarà difficile trovare un nuovo lavoro!» Com’è possibile? Interviene un’altra dipendente: «L’azienda ha fatto troppe scelte sbagliate. Io lavoro qui da trent’anni. Quando c’era Agnelli le cose funzionavano bene: il supermercato era pieno di gente. Vendevamo di tutto…».
Già. Nel 1983, quando venni ad abitare in una via accanto a piazza Pio XI, il supermercato marciava fortissimo, faceva parte di un gigante della grande distribuzione: il gruppo Sma. Entrare ed uscire dal supermercato era una impresa difficile. C’era una folla enorme di clienti. Si faceva la fila per tutto: al bancone del pane, a quello della drogheria, della rosticceria, del pesce. Si faceva la fila per pagare, eppure erano aperte 4-5 casse contemporaneamente.
Poi, piano piano, è arrivata la frana. La fuga dei clienti, la valanga di perdite. I prodotti in vendita sono diminuiti, la qualità è calata, nei dintorni hanno aperto altri supermercati scatenando una concorrenza agguerrita. Qualche concorrente ha puntato sui prodotti di qualità, altri su quelli più commerciali a buon prezzo. Gli scaffali di piazza Pio XI scelsero una via di mezzo, un riposizionamento analogo a quello attuato un po’ da tutti i punti vendita del gruppo. Ancora dieci anni fa, però, i supermercati Simply-Sma di proprietà di Auchan andavano bene, in testa quello di piazza Pio XI. Il tracollo arrivò improvvisamente due anni fa. Auchan nel 2020 vendette a Conad i suoi supermercati per un miliardo di euro. Conad non tenne tutti i punti vendita (8.000 lavoratori in tutta Italia, 1.500 a Roma), ne cedette molti ad altre imprese del grande commercio. Il supermercato ex Sma di piazza Pio XI, dopo varie peripezie, è finito nel marchio Tuodì. Ora sembra arrivata la terribile, strana fine corsa. Ed è una brutta fine corsa non limitata solo al Tuodì di piazza Pio XI.
È un’altra brutta notizia per la zona di via Gregorio VII. Gli abitanti del quartiere dal 2020 aspettano il nuovo mercatino rionale di via San Silverio. I lavori di ammodernamento sono eterni, il cantiere è ancora transennato.