Quasi ci vuole coraggio ad uscire da casa. Ansia, angoscia, paura. Notizie pessime, grandi e piccole costellano le giornate di un caldissimo mese di giugno. Informazioni orribili piovono dall’Italia e dall’estero senza tregua.
Omicidi. Omicidi spaventosi, nemmeno “effetti collaterali” di una rapina, ma commessi in famiglia, verso quelli che dovrebbero essere gli affetti più cari. Una madre uccide a coltellate una bimba di 5 anni a Catania. Un figlio diciasettenne uccide sempre a coltellate la madre psichiatra a Napoli. Un ragazzo diciannovenne uccide il padre direttore di banca e ne fa a pezzi il corpo a Milano. Un uomo uccide a martellate a Varese moglie e figlia sedicenne, ferisce gravemente il figlio maggiore. In alcuni casi il movente è una patologica gelosia, in altri casi la pazzia.
Comunque per lavorare, per fare la spesa, per distrarsi è essenziale uscire da casa. Tuttavia è meglio uscire con mille cautele: il Covid, che sembrava sconfitto, è in ripresa nonostante l’estate. È sfatata anche la convinzione che il Coronavirus, come l’influenza, fosse battuto dal caldo.
Imperversano molte varianti e sottovarianti del virus: adesso Omicron 5 ha ripreso ad infettare piccoli e grandi, dal nord al sud Italia. “Buca” perfino gli “immunizzati” con tre vaccinazioni anti Covid. Per fortuna gli effetti della malattia in genere sono lievi. È un problema per tutto il mondo. Per l’autunno le speranze sono riposte in un nuovo vaccino anti varianti.
È un problema per tutto il mondo la drammatica guerra in Ucraina. L’esercito russo continua a bombardare e a sparare non facendo grandi distinzioni tra obiettivi militari e civili. Ha conquistato larghe fette dell’Ucraina, ad est e a sud: circa il 20% del territorio ora è controllato da Mosca ma non si vede ancora la fine della “guerra ibrida”, quella totale: politica, militare, economica, alimentare, informatica.
Gli effetti sono dirompenti in tutto il mondo. I giornali e le televisioni non risparmiano le brutte notizie sui rincari generalizzati causati dagli aumenti del petrolio, del gas e del grano (la Russia è un grande produttore). La benzina in Italia ha superato i 2 euro al litro, fare il pieno con l’auto è un salasso. Stesso discorso vale per il supermercato: pane, pasta, verdure, frutta hanno subito fortissimi rincari.
Per i romani va pure peggio. A Malagrotta, alle porte della capitale, è scoppiato un rogo nell’impianto per il trattamento di rifiuti urbani. Una pericolosa nuvola di fumo ha coperto la zona e una puzza pestilenziale è arrivata fino alla città eterna. È scattato l’allarme e la paura per la diossina. Il Campidoglio ha invitato a «non sostare nell’area interessata dall’incendio; mantenere chiuse le finestre in caso di fumi persistenti e maleodoranti». La procura della Repubblica di Roma ha aperto un fascicolo per incendio doloso. Stop.
La siccità picchia forte in tutta Italia, ma al nord è un disastro. Le scarse piogge e le altissime temperature fino a oltre 40 gradi hanno trasformato larghi tratti del Po in distese sabbiose. Le Alpi sono senza neve. Le regioni Piemonte, Emilia-Romagna e Lazio viaggiano sullo stato di calamità nazionale. L’agricoltura è in ginocchio un po’ ovunque. L’acqua, considerata un tempo un bene pubblico essenziale infinito, scarseggia. In quasi tutte le regioni sono scattate varie forme di razionamento, privilegiando l’uso dell’acqua potabile alle necessità alimentari della popolazione.
È uno scenario quasi da flagelli biblici. Forse è meglio restare a casa, evitando brutti rischi. O forse è meglio andare al mare. Un bagno e una boccata d’aria è la migliore cura per dissipare angoscia e paura. Guardando la spiaggia piena di bagnanti il vostro cronista constata di essere in un buona compagnia.