Mani incendiarie su Roma

Roma come Beirut. Sabato pomeriggio 10 luglio si è scatenato l’inferno tra via Casilina, viale Palmiro Togliatti, via dei Romanisti e Torre Spaccata. Un gigantesco incendio ha fatto esplodere le auto di tre sfasciacarrozze di viale Palmiro Togliatti.

Viale Palmiro Togliatti, Nube nera su via dei Romanisti offusca il sole

Nube nera su via dei Romanisti offusca il sole

Fortissimi “botti” hanno terrorizzato gli abitanti di Centocelle, Casilino, Cinecittà, Appio-Tuscolano. I residui di benzina e di metano nei serbatoi delle macchine demolite probabilmente sono scoppiati come delle bombe avvicinando Roma a Beirut, la capitale libanese in perenne stato di guerra. Sono divampate le fiamme per ore e solo in serata i vigili del fuoco sono riusciti ad arginare gli spaventosi roghi.

Gli incendi di Roma sono strani, molto strani. Sono dolosi, colposi o casuali, innescati dalla grave siccità? L’incertezza è su tutto. Può darsi che le fiamme siano partite dalle sterpaglie secche del Parco di Centocelle, a ridosso della via Casilina. È possibile che i roghi siano iniziati invece dall’ex campo nomadi vicino al Parco di Centocelle. Il vento sostenuto avrebbe poi spinto le fiamme verso le autodemolizioni di viale Palmiro Togliatti causando un patatrac.

Roberto Gualtieri crede poco alla casualità. Il sindaco di Roma sembra propendere per l’ipotesi di “mani incendiarie”. In una intervista al Tg1 si affida all’indagine della magistratura sul disastro, tuttavia osserva: «Certo c’è la mano dell’uomo, poi si vedrà se sono episodi colposi o dolosi. Anche se che qualche incendio sia doloso è stato già accertato».

Viale Palmiro Togliatti, Rogo a Centocelle e sullo sfondo la chiesa di Don Bosco

Rogo a Centocelle e sullo sfondo la chiesa di Don Bosco

L’incendio in viale Palmiro Togliatti ha avuto conseguenze pesantissime. Sono stati evacuati addirittura alcuni palazzi, come nel caso di via Carlo Fadda, perché le fiamme stavano sfiorando finestre e balconi. Una immensa nube nera ha avvolto mezza città, ben visibile perfino dal centro storico e dal litorale. La gigantesca nube di fumo ha emanato un odore pestilenziale. La combustione di idrocarburi, copertoni, plastiche, vernici, carrozzerie delle macchine esplose ha reso irrespirabile l’aria. Gli abitanti delle zone limitrofe hanno dovuto chiudere le finestre di casa contro il pericolo di intossicarsi. Le prime analisi dell’aria hanno rilevato tracce di diossina.

Lo scambio di accuse è forte. I cittadini da anni protestano per l’allontanamento delle autodemolizioni da viale Palmiro Togliatti. Ma gli sfasciacarrozze non si vogliono spostare. Lunedì 11 luglio hanno protestato contro le proposte di trasferimento e hanno bloccato in mattinata il traffico.

L’incendio a Centocelle

Ma sabato 10 luglio, anche se il più grave, non è stato il solo giorno di tragedia per la città eterna. Nei giorni precedenti gli incendi, innescati dalle sterpaglie secche, hanno devastato prima le frazioni sulla via Aurelia, poi si sono propagate fino alla città: in particolare hanno attaccato con virulenza la Pineta Sacchetti.

Rifiuti e roghi sono problemi strettamente legati. A metà giugno è andato a fuoco a Malagrotta l’impianto Tmb (trattamento meccanico biologico) dei rifiuti indifferenziati di Roma. Anche in questo caso è scattata una indagine della magistratura per capire il perché e le eventuali responsabilità. Un fatto è certo: la città eterna, già in una situazione molto precaria per smaltire le immondizie, è ricaduta nella tragedia. Gualtieri ha rilanciato la necessità di avere più impianti per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti: «Non ci faremo intimidire, andremo avanti». In particolare Gualtieri ha ribadito l’importanza di costruire un termovalorizzatore per liberare la metropoli dal pattume e per produrre energia elettrica per i romani.

Le Mani sulla Città” è uno splendido film di Francesco Rosi. La pellicola del 1963 sulla speculazione edilizia a Napoli fece scalpore e illuminò gli affari, molte volte poco puliti, dei costruttori, “i palazzinari” come vengono chiamati a Roma. Ancora invece non c’è un film sulle “mani incendiarie”, sugli incendi devastanti di Roma. Eppure da anni colpiscono l’abitato e i pochi impianti per il trattamento dei rifiuti.

Rifiuti tra i cassonetti

Ma, in realtà, incendi e rifiuti fanno emergere decenni di problemi irrisolti. A Roma manca una visione di riforme per risanare e rilanciare la città. Manca un progetto per trattare e smaltire l’immondizia, per rinnovare il fatiscente trasporto pubblico fermo di fatto a trent’anni fa, per dare una bussola culturale al turismo lasciato a se stesso, per curare la viabilità e i parchi pubblici, per garantire la sicurezza pubblica, per creare dei poli di sviluppo di lavoro qualificato. Le conseguenze sono pesanti: la metropoli si spopola e le grandi imprese emigrano a Milano.

A Gualtieri manca una strategia riformista. Non a caso il sindaco ha proposto a sorpresa solo tre mesi fa di costruire il termovalorizzatore, progetto assente nella sua campagna elettorale dello scorso anno e nel discorso programmatico d’insediamento al Campidoglio. Adesso il termovalorizzatore, bloccato da decenni, sarà il vero banco di prova della cifra innovativa del suo mandato: si vedrà se saprà vincere con una strategia riformista (riciclo, trattamento, smaltimento) l’opposizione degli ambientalisti duri e puri, dei cinquestelle e anche di molti personaggi del suo partito, il Pd.