La Ue scommette sull’idrogeno

A tutta forza verso l’idrogeno. L’Europa cerca di sganciarsi dalla dipendenza dal gas e dal petrolio della Russia. Una delle possibili fonti alternative, e non inquinanti, è l’idrogeno. Riprendiamo un articolo di Nunzio Ingiusto pubblicato su Italianotizie24.it.

Idrogeno, Ursula von der Leyen

Ursula von der Leyen

L’Unione Europea sblocca fondi e incentiva l’idrogeno su larga scala. Aiuta le aziende a trovare le migliori soluzioni. Sei italiane tra le più virtuose.

La via europea all’idrogeno fa il pieno di soldi. La Commissione Ue ha deciso aiuti pubblici a sostegno della ricerca e dell’innovazione per 5,4 miliardi di euro. La «gara» a fare bene è tra quindici Stati membri, tra cui l’Italia. Con la cifra iniziale di 5,4 miliardi si prevede che si potranno sbloccare progetti per altri 8,8 miliardi di euro, soprattutto in investimenti privati.

I progetti su cui si è concentrata l’Ue sono 41 con forti interessi delle aziende. Tra queste ci sono le sei italiane: Ansaldo, De Nora, Enel, Fincantieri, Alstom Italia e Iveco Italia. D’altronde l’Italia sul progetto europeo ha sempre espresso forti motivazioni per abbassare la dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali. Gli usi in diversi settori produttivi pensando anche all’utilizzo dei vecchi gasdotti è nei programmi di Snam, per esempio. Ma in queste settimane che si sta giocando una partita decisiva, a causa della guerra in Ucraina e non solo, c’è la necessità reale di concentrare gli sforzi economici e politici sulle fonti alternative. Anche l’Ue sembra che lo ha capito forse proprio in ragione delle difficoltà di approvvigionamento di gas con la Russia.

Idrogeno, Gasdotto

Gasdotto

«L’idrogeno ha un enorme potenziale in futuro. È una componente indispensabile per la diversificazione e la transizione verde. Investire in tali tecnologie innovative può tuttavia essere rischioso per uno Stato membro o una sola società» ha detto Margrethe Vestager, responsabile della politica di concorrenza dell’Unione. Rivedere il cosiddetto sistema degli aiuti di Stato è, dunque, un segno dei tempi complicati che si stanno vivendo.

Nessun Paese da solo riuscirà a vincere la sfida dell’idrogeno per gli alti costi di produzione, questo deve essere un punto cardine. I processi che si stanno mettendo in campo richiedono tecnologie e ricerca. Promuovere lo sviluppo e l’impiego dell’idrogeno stimolerà anche nuova occupazione, qualcosa che durerà ben oltre gli anni della transizione. Ora dicono a Bruxelles che si vuole passare dal laboratorio alla fabbrica. E da questo punto di vista l’armonizzazione della normativa europea è un altro passo avanti, giacché si tratta di costruire un mercato e creare infrastrutture dedicate. Per le famiglie l’uso dell’idrogeno appare ancora futuribile, ma i vantaggi arriveranno se i soldi di cui si è detto qui, saranno davvero investiti nell’interesse dei consumatori.