Fisicamente in mezzo agli elettori e dialogo su Internet. Bobo Craxi, Psi, figlio di Bettino, è impegnato con passione in comizi, riunioni, incontri. Rilascia interviste, interviene sui social. La sua campagna elettorale corre su un doppio binario: quello classico del rapporto diretto con i cittadini e quello nuovo dei social.
Bobo Craxi è immerso totalmente nella campagna elettorale per le politiche del 25 settembre. Corre per il centro-sinistra nel collegio uninominale per la Camera di Palermo-San Lorenzo. È una impresa difficile. Il centro-destra è dato per favorito nei sondaggi ed è forte soprattutto in Sicilia. Bobo Craxi vede «molto entusiasmo tra la gente». In Sicilia e in Italia c’è fame di uguaglianza, di diritti, di sviluppo. Ma è cosciente delle «tante difficoltà».
Come è nata la candidatura per il centro-sinistra a Palermo? Qual è la molla del sì a correre per le elezioni politiche?
Il Partito Socialista ha stretto un’alleanza con il Pd. È stato chiesto a delle personalità socialiste di fare parte della tenzone. Io mi sono reso disponibile per un combattimento. Palermo è la quarta città d’Italia, ho dimestichezza con questo territorio. Non ho avuto grandi problemi a farmi accettare dai gruppi dirigenti del centro-sinistra siciliano, ora spero naturalmente che sia così anche per gli elettori.
Bobo Craxi in corsa per il centro-sinistra, la sorella Stefania candidata per il centro-destra. La contraddizione è stridente. Rispecchia i due principali filoni della diaspora socialista: verso il Pds-Ds-Pd o verso Forza Italia?
Io sono arrivato ad un punto che considero socialista chi ha in tasca una tessera socialista. Che poi ci siano elettori simpatizzanti o anche dirigenti del vecchio Psi che hanno scelto altre strade lo rispetto, ma non pretendano di dichiararsi socialisti. Questo vale per amici e parenti.
Cosa direbbe Bettino Craxi delle due scelte contrapposte?
Comprenderebbe fino ad un certo punto una scelta di questo tipo. Quando nacque Forza Italia mio padre era ancora vivo; noi non eravamo in attività, ma mi avrebbe suggerito quell’approdo se fosse stato convinto. Non lo fece. Evidentemente aveva nel cuore l’idea di ricostruire nel tempo una forza socialista. Molti hanno abdicato a quest’idea. Io no.
Perché la candidatura proprio a Palermo? Cosa promette agli elettori siciliani e agli italiani?
Innanzitutto ho cercato in questa campagna elettorale di presentarmi come una persona seria. Mi sono occupato di temi e problemi che sono della Città e del Paese. Palermo è una grande capitale del Mediterraneo, ha straordinarie potenzialità di carattere economico, abbiamo suscitato delle speranze e non abbiamo formulato delle promesse. Ho osservato come un governo sovranista possa richiedere sempre il +1. L’obiettivo è il decollo dell’Isola. La valorizzazione intelligente del Porto, la candidatura Expo, la riqualificazione delle aree depresse sono i temi sui quali mi sono battuto.
Guerra in Ucraina, Covid, crisi economica, inflazione al galoppo, caro energia. L’Italia in autunno andrà a sbattere?
Molti fanno la campagna elettorale con il sorriso a tutti i denti. La verità è che dovevamo assolutamente impedire la caduta di un governo che stava agendo con intelligenza e che stava preparando il Paese ad accogliere le risorse europee. La destra vuole mettere tutto in discussione, cambiare la politica economica, sventrare il sostegno sociale, animare una intollerabile campagna contro immigrati e contro quelle che loro definiscono devianze. Da questo punto di vista un governo di questa natura farà fatica a padroneggiare la crisi che sta avanzando. Non sono chiari sulle alleanze internazionali e questo è un vero pericolo per l’Italia.
I sondaggi danno la vittoria al centro-destra a guida Meloni. Andrà così? L’Italia sarà ingovernabile e rispunterà un esecutivo Draghi di larghe intese?
Gli italiani si devono assumere le loro responsabilità e quindi votare e dare un mandato chiaro alle coalizioni che sono in campo che sostanzialmente sono due. Negli ultimi giorni è necessario assumere le migliori idee, che non mancano, degli schieramenti che non hanno nessuna possibilità di governare e che rischiano di ostacolare la vittoria del centro-sinistra. Serve una buona politica industriale ed una conferma delle misure sociali suggerite dal movimento di Conte. Questo mi sento di dire e di osservare. Solo un centro-sinistra più forte è in grado di interpretare le pur felici intuizioni. Il resto purtroppo è tutta lotta di potere e narcisismo che non ha risparmiato né Conte né Calenda.
Il Psi è ridotto a un micro partito collocato nel centro-sinistra. Ad agosto il Psi ha compiuto ben 130 anni dalla fondazione a Genova. Ma quasi nessuno ha ricordato il grande evento storico salvo il segretario Maraio e l’Avantionline. Perché?
Perché c’è stata una lettura disinvolta e superficiale della realtà politica italiana dell’ultimo secolo. Stanno residuando i filoni più significativi delle culture che hanno rappresentato la democrazia italiana. Mani Pulite è stata una catastrofe economica ed una calamità politica e culturale. I partiti nati dopo il 1992 si sono contraddistinti per la loro incapacità di collegarsi alle radici più profonde della democrazia italiana. Il socialismo ha fatto le spese in questo Paese, tuttavia il socialismo è vivo e vegeto in tante parti del mondo, non tarderà a riprendere il suo centenario cammino.