I morti di Casamicciola alimentano le polemiche sul “condono edilizio” per Ischia varato nel 2018 dal governo Conte. Dopo l’ultima tragica frana, la piaga dell’abusivismo edilizio è tornata quindi ad accendere i fuochi della propaganda politica, con le solite dichiarazioni roboanti e non poche menzogne.
Secondo il titolare dell’Ambiente, Pichetto Fratin, per arginare il fenomeno dell’edilizia illegale «basterebbe mettere in galera il sindaco e tutti quelli che lasciano fare». A parere dell’attuale ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, «L’abusivismo edilizio è una pandemia politica che ha contagiato tutte le aree della nazione negli ultimi 50 anni». E «le responsabilità vanno ricercate a ogni livello…». Ma lui, fino al 2022 non è stato presidente della Sicilia? Regione con un indice di abusivismo edilizio del 45,8%? Ovviamente sì. Ed «è un dato di fatto – ammette adesso – anche il peso avuto, specialmente al Sud, da decenni di campagne elettorali in cui si è strizzato l’occhio agli abusivi che hanno avuto un peso, a beneficio di tanti…». Ma se le cose stanno così, come fa Musumeci a tirarsi fuori? «Io – precisa – non sono mai stato innamorato dei condoni edilizi e la mia azione è sempre stata e sarà coerente con questa mia convinzione».
Dalla Sicilia alla Calabria, altra regione con abusivismo edilizio da record, il passo è breve. Anche qui il neopresidente Roberto Occhiuto, ex capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, promette “tolleranza zero” sull’ambiente e assicura: «In Calabria mando i carabinieri a verificare gli abusi».
Se questo è il quadro della battaglia politica, o – se vogliamo – della propaganda sull’ambiente riaperta dalla tragedia di Ischia, la situazione cambia bruscamente quando si passa dalle parole ai fatti. Perché – al di là del diluvio di accuse, dichiarazioni e promesse – non si vede alcun tentativo di andare oltre le polemiche sui condoni edilizi. Insomma, di affrontare sul serio e una volta per tutte i tanti problemi di un territorio fragile e a rischio come quello italiano.
In giro non si vedono ministri, sindaci, amministratori decisi – tanto per cominciare – a mettere mano alla burocrazia pubblica, per disboscare la selva delle carte, la miriade di ostacoli e i tanti divieti insensati che sembrano creati per alimentare la discrezionalità degli uffici e la corruzione di chi deve concedere un’autorizzazione edilizia. Per esempio, c’è qualcuno che si occupa della “conformità urbanistica”? Eppure l’assenza dell’attestato di conformità blocca milioni di compravendite. Molte volte per un semplice cavillo.
Tutto è cominciato nel 1985, quando per essere mutuabile e vendibile, un immobile doveva risultare “conforme”, cioè presentarsi esattamente come risultava nelle carte dell’Ufficio tecnico del Comune di appartenenza. Il problema è che spesso un immobile costruito prima del 1967 non è conforme anche se il proprietario non ha commesso un abuso edilizio e qualcosa di illegale. Caso classico è quello dei vecchi abbaini, sostituiti da moderne finestre da tetto apribili qualche anno fa, quando era possibile farlo legalmente con una semplice comunicazione al Comune. Bene, le Velux, prodotto industriale,
hanno però misure standard che non corrispondono a quelle dei finestroni da tetto che hanno sostituito. Anche senza aumentare l’ingombro di un solo centimetro e in qualche perfino diminuendolo. In ogni caso non essendo uguali a quelli segnati sulla pianta depositata in Comune non permettono di ottenere l’attestato di conformità.
Per risolvere questo e altri piccoli problemi sarebbe bastato poco. Invece per troppi anni la politica si è occupata più di condonare gli abusi che di governare il territorio. Con il supporto di un’amministrazione pubblica efficiente, onesta e capace. E così adesso, di fronte all’ennesima tragedia provocata dal malgoverno del territorio, la nostra classe politica non sa fare altro che confrontarsi a colpi di accuse, slogan e promesse. Ed è quasi come se ammettesse che oltre al condono non c’è niente.