In campo in 7.400.000
con lo sport di base

Lo sport aiuta la salute fisica e mentale. Fa star bene. Lo sport di base favorisce anche l’integrazione sociale, la solidarietà, la sostenibilità, l’economia. In Italia ragazzi, persone giovani e meno giovani praticano in massa ogni tipo di sport: dal calcio alla corsa, dal ciclismo alla maratona.

Il fenomeno ha dimensioni enormi nonostante la crisi causata dal Covid. In campo si registrano, precisa un comunicato stampa, ben 7 milioni e 400 mila praticanti. Più di 300 mila eventi sono stati organizzati nel 2021, tra sportivi e culturali. Si contano più di 94 mila associazioni e società sportive affiliate, 11.600 dirigenti di struttura, il 35% dei quali donna (il doppio rispetto allo sport di vertice). Il tutto per 97,5 milioni di euro di ricavi nel 2021.

Sport di base, Un ragazzo fa danza acrobatica

Un ragazzo fa danza acrobatica

Tutto questo rappresentano oggi gli enti di promozione sportiva: realtà no profit che reimpiegano tutti i propri proventi nelle attività sociali e che restano tra le realtà più “piagate” dalla pandemia. A dirlo sono i dati raccolti dall’Osservatorio permanente dello sport di base – EPS, promosso dagli enti ACSI, AiCS, ASI, UISP, US Acli, con la collaborazione tecnica dell’istituto di ricerca Swg e della società di consulenza Kratesis, e finanziato da Sport e Salute. Obiettivo della ricerca: determinare in modo analitico il peso della Promozione Sportiva nell’ambito del contesto economico e sociale italiano. 

Ciò che ne emerge è un sistema al servizio del Paese, capace di camminare sulle proprie gambe, che riconosce e valorizza competenze e capacità femminili, e che prova a riprendersi dopo la pandemia.

Gli Enti di promozione sportiva si distinguono all’interno del sistema sportivo dilettantistico italiano per la capacità di dare spazio alle competenze e alle capacità espresse dalle donne, che rappresentano ben il 35% della dirigenza del sistema. Quasi 2 volte di più di quanto fanno le Federazioni Sportive Nazionali e le Discipline sportive associate. In aggiunta, il lavoro femminile negli EPS è particolarmente stabilizzato in quanto riguarda il 59% dei contratti a tempo indeterminato stipulati, mentre il 41% degli stessi riguarda gli uomini.

Sport di base, Gli enti dello sport di base

Gli enti dello sport di base

La pandemia ha però picchiato con violenza sul sistema dello sport dilettantistico nazionale, causando contrazioni importanti su tutti i numeri, sia quelli delle società sportive affiliate agli EPS che quelli relativi ai tesserati. Questa “emorragia” di organizzazioni (-6% dal 2019) e di persone (-17%) si può facilmente ricondurre alle pesanti restrizioni che hanno colpito la pratica sportiva dilettantistica nel 2020 e nel 2021. Il sistema dello sport di base è stato penalizzato ben oltre le reali evidenze scientifiche della sua “pericolosità” nella diffusione del virus. La decisione di privilegiare lo sport agonistico a dispetto di quello di base ha avuto come solo effetto visibile un “travaso” di organizzazioni sportive dagli EPS alle federazioni sportive pari al 13%. 

«La nostra missione è lo sport per tutti – commenta Bruno Molea, presidente di Aics (Associazione italiana cultura e sport). E non solo come diritto alla pratica sportiva e come lotta alla sedentarietà, ma come strumento per la trasformazione socio-culturale del Paese con impatti che puntino a coesione, inclusione, educazione, salute, cittadinanza, cultura e sostenibilità».