Senza un leader e senza una strategia, il Pd continua a perdere consensi. Tutte le rilevazioni sulle intenzioni di voto lo danno in caduta libera. L’ultimo sondaggio del 2022, realizzato da Nando Pagnoncelli e pubblicato a fine anno dal Corriere della Sera, lo colloca al 16,3% dei voti.
Cioè oltre un punto sotto il M5S di Conte (che avrebbe così realizzato l’agognato sorpasso) e addirittura quasi tre punti meno di quel 19 per cento ottenuto alle politiche di settembre spingendo Enrico Letta alle dimissioni.
Ma per conoscere il nome del nuovo segretario bisognerà aspettare il 12 marzo. Un tempo lunghissimo e, vista la situazione, al limite del suicidio. Con Letta che resta al suo posto per “spirito di servizio”, in attesa del completamento d’un complicato e logorante iter per arrivare al congresso da cui a marzo uscirà la nuova guida del partito. Un cammino rischioso e già segnato dai primi scontri tra i “colonnelli” che controllano il Pd attraverso le inossidabili correnti dei vari Franceschini, Orlando, Guerini, eccetera.
Intanto, scosso dalle polemiche e minato dal Qatargate, lo scandalo delle mazzette che vede coinvolti in vario modo esponenti dem dell’Europarlamento, il Partito Democratico sembra sull’orlo del baratro. La spinta finale potrebbe arrivare il 12 e 13 febbraio con il ritorno alle urne nelle due più importanti regioni italiane: Lombardia e Lazio. In Lombardia non potrà contare sull’appoggio del Terzo Polo di Renzi e Calenda, che hanno deciso di appoggiare Letizia Moratti.
Comunque il colpo più duro dovrebbe arrivare dalla perdita del Lazio. Qui il candidato dem Alessio D’Amato, assessore alla Sanità nella giunta Zingaretti, dovrà fare a meno di Cinquestelle, che dopo aver partecipato al governo uscente a guida PD adesso correrà con un suo candidato. Secondo i maligni proprio per far perdere il partito del Nazareno e sottrargli una volta per tutte il primato a sinistra. Infatti, secondo i sondaggi, la candidata del M5S Donatella Bianchi supererebbe il 18 per cento mentre il candidato Dem dovrebbe accontentarsi del 34-35 lasciando la Regione alla destra di Giorgia Meloni.
Purtroppo D’Amato che – a parere di tutti – ha gestito bene la fase acuta del Covid, adesso sembra anche distratto. E così il servizio di prenotazioni online dei vaccini della Regione Lazio, una volta additato come un modello, adesso va spesso in tilt. In particolare la piattaforma Internet Salute Lazio ha un “buco” nel sistema informatico: molti “soggetti fragili” non sono riusciti a richiedere la quarta dose del vaccino anti Covid. Questo mentre il candidato a presidente della regione Lazio invita tutti a completare il ciclo della vaccinazione anti Coronavirus.