Cinque milioni di euro solo per costruire il palco-altare destinato a Papa Francesco. A sei mesi dalla “Giornata mondiale della gioventù”, che si svolgerà a Lisbona dal 1 al 6 agosto prossimi, le prime notizie sull’enorme lievitazione dei costi per l’evento hanno fatto esplodere un’aspra polemica che coinvolge Chiesa, Governo e Comune della capitale portoghese.
Costretti a dar conto dei circa ottanta milioni di euro di danaro pubblico previsti dagli ultimi bilanci per i lavori in corso nella grande area della capitale destinata alla Giornata della Gioventù, adesso tutti i protagonisti della vicenda cercano di uscire dall’imbarazzo salvando la faccia.
E così il governo fa sapere con un comunicato che non andrà oltre il 36 milioni e mezzo di euro approvati a ottobre scorso dal Consiglio dei ministri. Che però proprio in quella occasione aveva quasi raddoppiato la spesa prevista con un “rinforzo” – come spiegava allora una fonte ministeriale – di “20 milioni di euro più IVA…”.
Anche il sindaco Carlos Moeda, assicura che il Comune di Lisbona non spenderà un euro in più dei 35 milioni di euro attualmente fissati. Poi giustifica l’aumento esponenziale dei costi e gli appalti diretti assegnati senza gara, con le “numerose varianti” volute dagli organizzatori e, quindi, dalla Chiesa. Infine, dopo aver sostenuto di essere anche lui preoccupato per la lievitazione della spesa, il sindaco assicura che sta lavorando per ridurla.
E la Chiesa? Senza entrare in diretta polemica con Moeda, il vescovo ausiliare di Lisbona Almérico Aguiar cerca di cavarsela così davanti ai giornalisti: «Confesso che il costo finale del palco mi ha fatto male…». Poi spiega che le modifiche chieste in corso d’opera dagli organizzatori ecclesiastici della JMJ nascevano dalla “straordinaria portata dell’evento” e dal milione e mezzo di giovani in arrivo a Lisbona da tutto il mondo.
Infine il cattolicissimo presidente della Repubblica Marcelo Rebelo de Sousa che interviene per tirarsi fuori: «Quando iniziò il progetto del palco non fui informato del costo». Comunque sia, adesso promette anche lui che si darà da fare per trovare «una soluzione più economica».