Daniele Unfer, giornalista di Avantionline, è candidato nelle liste del Psi nelle elezioni del Lazio come consigliere regionale. Il Psi sostiene con il centro-sinistra e il terzo polo Alessio D’Amato, Pd, come presidente della regione Lazio. Sarà battaglia all’ultimo voto contro Francesco Rocca, centro-destra, e Donatella Bianchi, cinquestelle. Sanità, trasporti, rifiuti, lavoro, ambiente sono i principali temi di contrapposizione.
Unfer non sarà una battaglia semplice, soprattutto quella contro le crescenti disuguaglianze…
La presentazione del nostro simbolo è motivo di orgoglio per il Psi ma è anche un modo per dare un segnale forte. In Italia c’è mancanza di socialismo. Siamo l’unico paese in Europa dove la sinistra non è guidata da una forza socialista. Non è un caso quindi che il nostro sia un Paese bloccato, dove l’ascensore sociale è fermo da tempo. Da troppo tempo: di questo si devono preoccupare i socialisti. Siamo un paese in cui il merito non è premiato. Da quando in Italia non vi è un Partito socialista forte alla guida del centrosinistra il nostro paese è diventato meno giusto e con meno diritti.
Quale il significato di queste elezioni?
Abbiamo di fronte un momento importante. Con la possibilità di dare un segnale politico forte. Queste elezioni sono le prime dopo il voto politico di ottobre. Un voto che ha portato una destra senza maggioranza, ma premiata dai meccanismi elettorali, al governo. Il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato ha saputo dar prova delle sue capacità come assessore alla Sanità nella giunta uscente. Il Lazio infatti è stato preso a modello nella gestione della pandemia. È stata la regione dove la campagna di vaccinazione ha funzionato meglio. Questo non vuol dire che non ci sia da lavorare per migliorare ancora. Per esempio si è indietro nella somministrazione della quarta dose.
Non vi è più quella pressione e quella sensazione di urgenza. Ma non bisogna allentare l’attenzione su un problema che non è superato definitivamente. Ci sono alcune difficoltà nel meccanismo di prenotazione della vaccinazione. Queste devono essere superate per non abbassare la guardia. Inoltre i tagli alla sanità del governo di centrodestra faranno sentire i loro effetti a partire dai prossimi mesi. Motivo in più per ottimizzare da subito la gestione sanitaria della Regione. I socialisti ritengono che bisogna tornare a investire fortemente nella sanità pubblica. Per esempio proponiamo di riaprire il Forlanini e il San Giacomo e inserirli nella gestione della sanità regionale.
A proposito di gestione regionale, il governo parla di autonomia differenziata delle regioni…
Sul contrasto al Covid la regione Lazio ha ricevuto attestati di stima. È un modello con una forte sinergia frutto del coinvolgimento dei territori. Sui grandi temi serve una cornice nazionale. E questo vale anche per la sanità. Questo è il rischio intrinseco in queste pseudo riforme del centrodestra. Sono anni che il nostro Paese investe meno degli altri paesi europei. Ciò non è più sostenibile. Serve investire di più sul nostro sistema sanitario. Ci si aspettava dopo la pandemia una manovra economica che guardasse con grande attenzione il sistema sanitario. Invece non è stato così.
Parliamo della coalizione.
La coalizione deve avere senso compiuto. A D’Amato chiediamo di costruire un centrosinistra che sia diverso da quello esistente e che sia in grado di riavvicinare la gente. Non solo in senso figurato ma anche in senso fisico. Uno dei problemi principali della Regione resta quello dei trasporti, non solo all’interno delle città e di Roma in particolare, ma tra le varie province. Si è investito molto negli anni nell’alta velocità ma poco si è fatto per il trasporto locale, con treni spesso sovraffollati e in condizioni non decorose.
Per non parlare della Roma-Lido: un vero incubo per i tanti pendolari e studenti che quotidianamente si spostano dal litorale verso il centro della capitale. Serve investire. Una vera e propria cura del ferro per avvicinare i diversi territori della Regione. A questo proposito i fondi del PNRR e del Giubileo 2025 sono un’occasione che né la Regione né tanto meno la città di Roma e le altre province possono farsi sfuggire. Si tratta di una grande opportunità di investimenti da cui possono nascere nuovi e duraturi posti di lavoro ma che allo stesso tempo può essere volano di sviluppo e innovazione. I giovani sono il futuro e quindi con quei fondi è doveroso spingere su formazione e cultura. Anche su questo la politica deve impegnarsi.
Gli eventi climatici sono sempre più spesso al centro delle cronache. La regione può intervenire?
Il centrosinistra a Roma spesso vince ma nel resto della Regione questo consenso non c’è. Si lavori a una politica eco-socialista. In questo paese non vi è manutenzione territoriale. Non si fa più prevenzione. Serve un piano di investimento strutturato e duraturo negli anni. Il clima è cambiato e continua a cambiare e non si può far finta di nulla. Gli eventi atmosferici estremi sono sempre più frequenti. Vanno anticipati con una corretta prevenzione senza dover correre ai riparti successivamente. Sono investimenti che non solo salvano vite ma che portano anche lavoro.
La fiducia verso le istituzioni è sempre più in calo. Soprattutto da parte dei giovani. Da dove partire?
Serve un patto che inserisca i giovani nel mondo del lavoro. La partita è aperta. Riteniamo che serva un politico alla guida della Regione e non un tecnico prestato alla politica. Inoltre bisogna puntare sulla continuità dell’azione amministrativa. I socialisti possono essere parte importante di questa battaglia con un nuovo protagonismo portando idee, azioni e istanze per far recuperare ai cittadini la fiducia verso le istituzioni. Il Lazio è la seconda regione italiana per ricchezza. La nostra campagna elettorale sta seguendo una direzione che non guarda né ai populismi né ai sovranismi. Mettiamo in campo proposte chiare e che possono essere realizzate. Non come ha fatto il Governo nazionale che una volta vinte le elezioni ha rimesso nel sacchetto la maggior parte delle proposte. Per il centrosinistra vincere le elezioni nel Lazio significa portare un messaggio con riflessi nazionali. Questa è la sfida: pensate cosa potrebbe accadere quando si annuncia che nel Lazio ha vinto la coalizione riformista contro quella di sovranisti e populisti.