Lufthansa dovrebbe prendere il controllo operativo di Ita all’inizio dell’estate. Adesso è il momento della «trattativa privata in esclusiva» con il ministero dell’Economia e delle finanze, proprietario al cento per cento della piccola compagnia aerea di bandiera che è nata due anni fa sulle ceneri di Alitalia. La trattativa dovrebbe durare un paio di mesi al massimo, come anticipato a fine gennaio dal ministro Giorgetti subito dopo la firma della lettera d’intenti.
Il negoziato verrà secretato. Come ci ha tenuto a precisare il Mef in un comunicato, «non verranno diffusi dettagli». Peccato! Primo, perché Ita è tuttora un’azienda di Stato pagata quindi con il denaro dei contribuenti a cui dovrebbe dar conto. Secondo, perché da due anni a questa parte, cioè sin dalla nascita, la compagnia è stata avvolta da un velo di riserbo che ha impedito di rispondere a molte domande.
Per esempio, che cosa c’era dietro la lunga guerra tra l’amministratore delegato Lazzerini e il presidente Altavilla, finita a novembre dell’anno scorso con le dimissioni di quest’ultimo? Solo contrasti sulla gestione del personale? O anche divergenze sull’acquisto dei 39 nuovi aerei in arrivo quest’anno per rinnovare la flotta? Quello che si sa è che c’è stato un lungo braccio di ferro tra chi spingeva per comprare aerei Boeing e chi Airbus.
Alla fine l’ha spuntata quest’ultima. Perché europea? Perché gradita a Lufthansa? Per via dei brevetti in possesso dei piloti Ita? Non è chiaro. E, ancora, che cosa farà Lufthansa del marchio Alitalia che Ita ha acquistato due anni fa per 90 milioni di euro in modo da sottrarlo alla concorrenza? È vero che a breve verrà riesumato?
Comunque sia, il quadro della cessione ai tedeschi della nostra “compagnia di bandierina” è noto da tempo, almeno nelle sue linee generali. Inizialmente Lufthansa metterà sul piatto tra i 250 e i 300 milioni di euro per rilevare a prezzo di saldo una quota del 40 per cento di Ita che dovrebbe gradualmente salire fino a raggiungere il 100 per cento. Esattamente come ha fatto quando ha rilevato Brussels Airlines, la compagnia di bandiera belga.
Intanto quello che più conta per i tedeschi è entrare nella cabina di pilotaggio di Ita, cosa che potrà fare fino da subito anche con la quota di minoranza, lasciando all’azionista pubblico solo un ruolo di controllo e supervisione. Ma per mettersi alla cloche della compagnia aerea italiana ai tedeschi non basterà chiudere l’accordo definitivo e firmare il contratto. Perché dopo dovranno passare ancora due-tre mesi, ossia i tempi burocratici per ottenere prima il via libera della Corte dei Conti, dell’Antitrust italiano e di quello Ue.
Si tratta delle due Authority chiamate a vigilare sul rispetto delle regole della concorrenza e del mercato in modo da accertare che da parte di Lufthansa non ci sia alcun abuso di posizione dominante. E qui, dopo aver dato solo un’occhiata alle dimensioni del colosso aereo tedesco, viene sinceramente da sorridere. Perché, con il passaggio a Lufthansa, Ita entrerà in una multinazionale a cui fanno capo 300 società tra controllate e partecipate, tra cui una dozzina di ex compagnie aeree nazionali di bandiera, come quelle di Austria, Belgio e Svizzera…