Fox News scivola
per l’amore di share

«Bisogna farla smettere immediatamente» perché «sta danneggiando l’azienda in maniera smisurata. Il valore delle azioni è in ribasso». Queste le parole di Tucker Carlson al suo collega Sean Hannity, ambedue star della Fox News, mentre discutono il fact checking della collega Jacqui Heinrich. Carlson e Hannity erano preoccupatissimi dalle informazioni di Heinrich che avevano smentito un tweet di Donald Trump sui brogli elettorali.

Fox News, Tucker Carlson

Tucker Carlson

Carlson era ansiosissimo poiché i telespettatori della rete di Rupert Murdoch credevano alla “big lie”, la grande menzogna dell’elezione rubata da Joe Biden e non volevano sentire nulla che scuotesse la loro visione della realtà. Carlson e Hannity temevano che dire la verità sul risultato dell’elezione gli avesse fatto perdere share. Infatti per un breve periodo subito dopo l’elezione del 2020 milioni di fedelissimi della Fox News avevano preferito guardare Newsmax, rete molto più a destra, la quale continuava a promuovere la narrativa della frode elettorale creduta da telespettatori di destra. Informare i telespettatori importava poco per Carlson e Hannity. Bisognava mantenere il dominio sulla concorrenza per non mettere in pericolo i quattrini che entravano nelle loro tasche.

Carlson e Hannity erano preoccupati e continuavano a intervistare collaboratori di Trump i quali spingevano le loro teorie complottiste sui brogli elettorali. Ciononostante, quando parlavano tra di loro con i vertici della Fox News, rivelavano di accettare che Biden aveva vinto l’elezione legittimamente. Il conflitto tra quello che dicevano in privato e quello messo in onda è venuto a galla da una denuncia fatta dalla Dominion Voting System contro la Fox News.

La Dominion sostiene che la Fox li ha diffamati poiché i giornalisti della rete di Murdoch hanno mandato in onda ore ed ore di programmi in cui sostenevano che il loro software avrebbe assegnato voti a Biden che sarebbero stati ricevuti da Trump. La Fox News non ha mai dimostrato che ciò fosse avvenuto ma per mesi questa narrativa ha alimentato la “big lie” diffamando Dominion poiché il loro software è stato usato in 20 Stati per gestire l’elezione.

Fox News, Sean Hannity

Sean Hannity

La denuncia sporta dalla Dominion include ben 192 pagine piene di informazioni in parte fornite sotto giuramento anche dai dirigenti della Fox, le stelle più “brillanti” della rete, e persino dal padrone Murdoch. Questi ha testimoniato nel mese di gennaio 2023. Se da una parte la Fox alimentava dunque la falsariga dei brogli elettorali, in privato loro ammettono che stavano trasmettendo cose non vere. La Dominion avrebbe dunque le prove come ci indicano documenti preliminari rilasciati in aula nel tribunale della Corte Superiore dello Stato del Delaware.

La difesa della Fox si concentra sul fatto che il primo emendamento della costituzione americana garantisce la libertà di stampa reiterata nella decisione New York Times Vs. Sullivan del 1964. Questa decisione della Corte Suprema protegge la stampa da attacchi di possibile diffamazione. La Fox ritiene che Dominion Software non è stata danneggiata dalle false asserzioni di Sydney Powell e Rudy Giuliani, legali di Trump, che hanno espresso teorie complottiste contro Dominion. Inoltre per la Fox, Dominion continua a trovarsi in ottime condizioni finanziarie e la richiesta di 1,6 miliardi di dollari di risarcimenti è spropositata.

Si sapeva già che la Fox News è una rete poco legittima di news nonostante vi lavorino alcuni giornalisti accreditati. La stragrande maggioranza delle sue stelle però come Carlson, Hannity, e Laura Ingraham, sono spesso visti come ciarlatani che spifferano falsità per confermare la fasulla realtà dei loro telespettatori. La denuncia di Dominion mette a nudo la loro ipocrisia poiché in onda dicono una cosa ma poi in privato ammettono di conoscere la realtà. In effetti, non sono altro che “attori” invece di giornalisti veri e propri. Questa potrebbe essere un’altra linea di difesa della Fox nel processo che si terrà nel mese di aprile. Potrebbero insistere di non fare news ma di fornire intrattenimento.

Donald Trump

I casi di diffamazione spesso falliscono perché la parte lesa deve dimostrare che l’accusato ha agito con lo scopo preciso di recare danni. La strada sarà dunque in salita per Dominion ma non completamente. Il giudice Eric Davis ha già indicato la gravità del caso poiché si è rifiutato di archiviare una simile denuncia di Smartmatic, un’altra compagnia di software nella gestione di elezioni, iniziata contro Newsmax, rivale di Fox. Davis ha indicato che il «primo emendamento non è infinito».

Al momento non si sa come andrà a finire ma nulla è cambiato alla Fox che continua nella stessa strada trasmettendo notizie dubbie. Le teorie complottiste non sono sparite e la superficialità dei “giornalisti” stelle come Carlson e Hannity continua a primeggiare e generare profitti. Carlson, per esempio, continua a reiterare che nel caso della guerra in Ucraina non capisce perché gli Stati Uniti stanno spendendo fior di quattrini e che la Russia non gli ha mai fatto nulla di male. Hannity proprio in questi giorni ha intervistato Marjorie Taylor Green, la parlamentare di ultra destra della Georgia, la quale ha asserito che tutti i problemi degli Usa sono causati dai democratici e secondo lei ci si sta dirigendo verso una guerra civile.

La Fox News nonostante il suo nome «non è un’organizzazione di notizie». «Ciò che fanno è diffondere disinformazione per mantenere lo share e gli ingenti profitti». Lo ha detto Chris Lehman, giornalista della rivista The Nation, in un’intervista a Democracy Now. Difficile dargli torto.

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Domenico Maceri, PhD, è professore emerito all’Allan Hancock College, Santa Maria, California. Alcuni dei suoi articoli hanno vinto premi della National Association of Hispanic Publications.