Cnosso, Micene, Troia. Il nuovo libro di Natale Barca scava nella storia dell’antica Grecia e nei miti narrati da Omero. Il titolo del volume è “Knossos, Mycenae, Troy, The Enchanting Bronze Age ad its Tumultuous Climax”.
Il libro scritto in inglese (editore Oxbow Books di Oxford, Regno Unito) «ripercorre –scrive l’autore- l’origine e l’evoluzione delle prime civiltà mediterranee, la Minoica, la Micenea, e la Troiana, fiorite nel corso dell’Età del Bronzo nel Mar Egeo (IV-II millennio a.C.)». È il periodo cruciale nel quale «l’umanità che usciva dall’Età della Pietra fece straordinari passi avanti».
Natale Barca è infaticabile: appena qualche giorno fa ha presentato a Parigi “Roman Aquileia” (“Aquileia Romana”) un altro suo volume sempre scritto in inglese, ma questa volta dedicato alla storia dell’antica Roma. Barca, come Gaio Giulio Cesare, adotta sempre come scrittura il presente storico, un meccanismo di racconto molto più efficace e diretto del passato remoto, «una forma verbale che trasforma la storia in cronaca».
Passando anche questa volta dall’italiano all’inglese cresce enormemente il mercato di diffusione del libro a tutto il bacino dei lettori anglosassoni: dal Regno Unito agli Stati Uniti, dal Canada all’Australia. In particolare gli inglesi e gli americani sono dei cultori appassionati di storia antica e, in particolare di quella greca e romana.
Leggere le vicende di Knosso, Micene e Troia tra archeologia, storia e mito potrebbe far spuntare anche l’idea di ardite imprese tipo la scommessa di scoprire le tombe di Achille, Ulisse, Aiace: gli indimenticabili eroi greci cantati da Omero nell’Iliade e nell’Odissea.
Tutto può accadere. Nel 1800 tutti prendevano per pazzo Heinrich Schliemann ossessionato dal progetto di riportare alla luce i resti di Troia conquistata e distrutta dagli antichi greci. Tutti consideravano una favola, un mito l’esistenza di Troia. Invece l’imprenditore tedesco trasformatosi in archeologo riuscì a localizzare e a riportare alla luce i resti della città di Priamo.
Non solo. Schliemann nel 1879 esultò per aver scoperto anche la Tomba di Agamennone, il re che guidò la coalizione greca contro Troia. Riportò alla luce a Micene la Tomba conosciuta anche come il Tesoro di Atreo (il pezzo più importante è la maschera funeraria d’oro attribuita all’antico capo dei greci).
Chissà se qualcuno adesso potrebbe decidere di emulare le gesta di Schliemann, cercando e trovando la tomba del valoroso Achille o dell’astuto Ulisse.