Passate le ferie estive, assisteremo al tentativo di “remontada” di papa Francesco. Nonostante l’età e la salute claudicante, il pontefice argentino sta facendo di tutto per risollevare la Chiesa cattolica, discreditata dai numerosi scandali che hanno coinvolto il Vaticano, a cominciare dalla piaga degli abusi sessuali.
Per non parlare della lontananza delle istituzioni religiose dal mondo e dai problemi degli ultimi: siano essi poveri, minori abbandonati, anziani dimenticati o immigrati in preda alla disperazione.
Inviso all’ala tradizionalista che era vicina a Ratzinger, spesso osteggiato dalle gerarchie vaticane, adesso papa Francesco cerca di chiudere il suo ciclo con un grande rilancio. La “remontada” del cattolicesimo e il “futuro” della Chiesa, verranno messi a punto durante i lavori del prossimo Sinodo che comincerà a ottobre. E al quale, con un recente provvedimento del papa, parteciperanno anche laici e – soprattutto – donne con regolare diritto di voto. Già questa è una rivoluzione, in un Sinodo che si aprirà con l’analisi di un documento fondamentale: una ricerca sul campo che ha raccolto l’esperienza delle Diocesi di tutto il mondo negli ultimi due anni, a partire dal 10 ottobre 2021. Sarà questa la chiave per capire quali passi compiere per uscire dalla crisi di fiducia in cui è precipitato il cattolicesimo.
L’obiettivo di papa Francesco è quello di tornare alle origini. A quel messaggio evangelico che non esclude nessuno e mette al centro gli ultimi. Un obiettivo reso esplicito in occasione della Giornata mondiale della gioventù, gigantesco “rave” religioso andato in scena a Lisbona nella prima settimana di agosto. Con il papa rockstar davanti a un pubblico immenso. Un milione e mezzo di giovani provenienti da tutto il mondo che hanno occupato ogni centimetro dell’immenso parco preparato per l’occasione sulle rive del Tejo, il fiume che bagna la capitale portoghese.
Soddisfatti gli organizzatori che, sulla base delle prenotazioni, speravano di raggiungere il tetto del milione di arrivi. Ne sono arrivati cinquecentomila in più. Un record. Una “moltitudine mai vista prima”, numeri “concreti e certificati”: è stato il commento soddisfatto del papa, al termine dell’evento che ha confermato la sua grande capacità di attrarre i giovani.
E a loro, tra le ovazioni e gli scrosci di applausi che di solito si riservano ai big della musica, il pontefice rock star ha offerto: una Chiesa che apre i cancelli a tutti. A “todos, todos, todos”, come ha ripetuto incessantemente nei discorsi in cui ha usato parole dirette, attaccando i politici e l’Europa per la loro cecità di fronte alle emergenze del nostro tempo: clima, guerra, povertà, immigrazione. Parole dirette anche contro quella parte della Chiesa che ha cercato di coprire gli abusi sessuali consumati tra le sue mura.
L’apertura che papa Francesco ha anticipato a Lisbona è una “Chiesa trasversale al servizio di tutti”. A questo punto resta solo da vedere se la JMJ (Jornada Mundial Joventude) portoghese va vista come l’inizio della “remontada” di una Chiesa cattolica in grado di rappresentare una vera alternativa al vuoto di valori della nostra epoca, oppure si è trattato solo un grande “rave religioso”.