Doveva essere l’estate del boom, oltre che la prima senza le restrizioni dovute al Covid. E all’inizio della stagione tutto lasciava prevedere che sarebbe andata proprio così. L’andamento delle prenotazioni era ovunque buono. E le moltissime richieste che arrivavano dall’estero per le nostre città d’arte e per le principali località balnerari lasciavano prevedere il sold out.
Invece poi qualcosa è andato storto. Piano piano le poche disdette iniziali si sono trasformate in una valanga che ha spazzato via quasi tutte le rosee previsioni della vigilia. Quindi niente tutto esaurito, nemmeno a Ferragosto. Con mete turistiche al top, come Sardegna e Versilia, che hanno registrato un riempimento del 70 per cento. Meno 15 per cento rispetto all’anno scorso. A pesare è stato il calo delle presenze italiane, che nelle nostre principali località turistiche si è aggirato attorno al 30 per cento. Percentuale che – guarda caso – è risultata analoga alla media degli aumenti dei prezzi di beni e servizi.
Il problema è che il forte rincaro di tanti listini, non sempre giustificato dall’inflazione, ad agosto ha spinto molte famiglie italiane a fuggire verso mete più accessibili come l’Albania. Insomma, mai visto tanti italiani rimanere a casa per motivazioni economiche. Cosa perfettamente comprensibile, vista la bolla speculativa che alla vigilia delle ferie di agosto ha fatto schizzare i prezzi. Con punte del 44% per i voli aerei, del 17% dei pacchetti vacanza e del 13% per alberghi e altre strutture ricettive. Ed è stato proprio questo a costringere tante famiglie ad accorciare, rinviare o rinunciare del tutto alle vacanze.
Visto il quadro, ci si poteva aspettare qualche intervento del governo per frenare la scalata dei prezzi estivi. Così non è stato. Palazzo Chigi non si è mosso. Nemmeno per calmierare sul serio il prezzo della benzina. Eppure l’Eni è una multinazionale di Stato. Ma il ministro del Made in Italy Adolfo Urso, dopo aver negato che il prezzo dei carburanti era “fuori controllo”, si è limitato a introdurre l’obbligo per i distributori di esporre i prezzi medi nazionali e regionali.
Il risultato paradossale è che da quando questa misura anti-rincari è stata lanciata, i prezzi dei carburanti sono addirittura aumentati. Infatti, stando ai dati ufficiali diffusi proprio dal dicastero di Urso, il 15 agosto in autostrada il prezzo medio della benzina era di 2,017 euro a litro, e quello del gasolio 1,926. E la mattina di Ferragosto sull’A8 Milano-Varese c’era perfino un self benzina che vendeva la verde al prezzo record di 2,722 euro a litro, 35 per cento in più di quello medio praticato in autostrada…