In Italia il Grande centro formato dal tandem di Calenda e Renzi è fallito, almeno per ora. Tuttavia mai dire mai. Dalla Sardegna ci riprova Stefano Tunis. Lascia il consiglio regionale ma pensa alle prossime elezioni tra cinque mesi.
«Do l’esempio», dice in una conferenza stampa nella sede della regione Sardegna nella quale annuncia le sue dimissioni. «Dobbiamo essere liberi» e «non appiattiti sulla poltrona». Ora Tunis, leader di Sardegna al Centro 20/20 assieme ad Antonello Peru, tornerà al suo lavoro di dirigente d’azienda, ma certamente non lascerà la politica: si occuperà ancora del «movimento che stiamo costruendo e si vedrà se parteciperò alle prossime elezioni». Dino Cocco, consigliere comunale di Quartu Sant’Elena, primo dei non eletti nel consiglio regionale, subentrerà a Tunis.
A febbraio, tra cinque mesi si voterà per rinnovare il consiglio regionale sardo: Tunis vuole fare di Sardegna al Centro 20/20 il motore alla costruzione di un Grande centro. Indica la volontà di un lavoro di squadra, intende «ascoltare i problemi dei cittadini». Anticipa qualcosa del programma: «Presenteremo un progetto fortemente identitario e autonomista». La Sardegna ha tanti problemi da affrontare. Non riesce nemmeno ad utilizzare al meglio le enormi potenzialità del turismo che può contare su un mare dalla bellezza mozzafiato. Il progetto civico di Sardegna al Centro 20/20 poggia su una rete territoriale di oltre 60 sindaci.